Sei il mio alunno più piccolo e più viziato, lo dicevo anche qui, in uno dei miei primi post. Quello che viene a casa mia e si mangia i cioccolatini più buoni. Quello che non sa ancora stare seduto bene sulla sedia grande della cucina. Quello che mi fa urlare e arrabbiare e ridere, anche se cerco di fare la seria.
La tua mamma mercoledì mi ha mandato un sms dicendomi che venerdì, a differenza del solito, non saresti potuto venire perché dovevi fare una visita. Le ho risposto: "Non preoccuparti, prima di tutto la salute".
Che non era un bel periodo, lo sapevo. Sfinivo il maritino e la mamma parlando di te, di quanto poco mi sembrassi sereno. Di come ti fossi messo a piangere qualche settimana fa, accusando uno strano mal di gambe. Di come il tuo occhio sinistro fosse diventato strabico in pochissimo tempo.
Però questo no, non lo avrei immaginato. Questo non è giusto, non è accettabile, è assurdo.
Questo, a un bambino, non dovrebbe mai capitare.
La tua mamma non ha voluto dirmi niente, ma le voci del paese sono arrivate alla mia famiglia e poi a me. È stato un colpo al cuore.
Vorrei non averti sgridato, l'ultima volta che ci siamo visti, vorrei aver capito l'ansia dietro ai tuoi capricci.
Non voglio immaginarti in quel letto d'ospedale, col tuo bel visino ancora più bianco e magro. Non voglio immaginare quello che dovrai passare per scacciare il male più brutto che c'è.
Voglio solo dirti che io ti aspetto. Che comprerò tanti buonissimi cioccolatini per il tuo ritorno. Che pregherò perché tutto passi il più in fretta possibile.