sabato 24 dicembre 2011

Tempo di Natale

Impacchettare i regali facendo un gran caos sul tavolo della cucina.
Scrivere i biglietti e le dediche sui libri (perché regalare un libro è di per sé un'emozione) e mettersi a piangere, per tutto quello che la persona alla quale stai pensando conta per te.
Guardare film sdolcinati e pieni di magia, che in questo periodo ci stanno a pennello.
Mangiare chili di biscotti Pan di Stelle per tutto quello che rappresentano.
Svegliarsi avendo nella testa i canti della messa di domani, cantando a squarciagola e stonando per non essersi scaldati la voce.
Avere lui accanto che accende le luci del presepe che troneggia sul mobile del soggiorno e quelle dell'albero di Natale, e poi tutto felice contempla il risultato.
Avere un cenone della Vigilia dai suoceri con un sacco di parenti e un pranzo di Natale da mamma e papà con l'adorata nonnina e altri parenti.
Aspettare una messa di mezzanotte che sarà prostrante e un seguito al bar con gli amici.
Avere Qualcuno nella pancia che dà tante contrastanti emozioni.

Questo è per me il tempo di Natale.
Spero che per voi sia altrettanto bello e ricco.

Auguri di cuore!!!




venerdì 16 dicembre 2011

"Tutti insieme per Natale"

A fine settimana la stanchezza si fa sentire, con il conseguente malumore.
Ma ogni giornata ha qualcosa di speciale che merita un sorriso, e anche stavolta per me deriva dalla mia passione per la scrittura!
Oggi sul calendario dell'Avvento de I Piccolini Barilla trovate la mia favola natalizia, che si intitola come questo post, "Tutti insieme per Natale". E' stata una nuova piccola sfida per me e spero che abbiate tempo di dare un'occhiata e di lasciarmi il vostro spassionato parere.


Ringrazio immensamente Chiara di Ma che davvero? per avermi dato la possibilità di partecipare al progetto, che è davvero simpatico e originale, e Andrea Astuto, che ha realizzato delle illustrazioni davvero stupende!!
Proprio oggi ho saputo che il calendario diventerà ufficialmente un libro e verrà distribuito gratuitamente ai partecipanti... non vedo l'ora di riceverlo!!! :-)

domenica 11 dicembre 2011

Vorrei...

Forse non è vero che il disincanto l'ho perso recentemente, come dicevo qui. Forse l'ho perso molto tempo fa. A ripensarci, mi vengono in mente vari episodi. Tipo quando mia madre, pensando di non essere sentita, confessò a mio fratello, di due anni più grande di me, che Santa Lucia non esiste. Non come portatrice di doni, perlomeno. Lui ne fece una tragedia, si disperò per una settimana. Io, invece, sentii e incassai, prendendo atto che spesso la vita non è come ce la immaginiamo.
Ecco, allora vorrei che Minutino in questo non mi somigliasse: vorrei che somigliasse al suo papà, che a 32 anni sa ancora farsi rapire dalla magìa, guardare il mondo attorno a lui con tutto l'incanto possibile, giocare come solo i bambini sanno fare, con passione e concentrazione.
Comunque, anche se io e il suo papà siamo caratterialmente molto diversi, ci sono delle cose che ci accomunano al di là di tutto; tra queste, ce n'è una che ci terrei proprio a trasmettere a questo bimbo: la passione per la musica, che è poi quella che ci ha fatto incontrare, quella che adesso, quando io canto e lui suona la chitarra, ci fa reinnamorare, ogni volta.

domenica 4 dicembre 2011

Facciamo OUTING

Lo so, lo so. Sono imperdonabilmente sparita per quasi tre settimane. Tranne qualche sparuto commento sui vostri post più succulenti, ho decisamente abbandonato la tastiera per troppi giorni.
Sarà che ho occupato anche le tre mattine libere che avevo con lezioni ad una ragazza universitaria, sarà che ultimamente la sera, mio momento preferito per scrivere, mi sento stanca... Sarà che aspetto un bambino... Ecco, l'ho detto. Più che altro l'ho sussurrato, perché non sono una da grandi proclami, io. :-)
Ebbene sì, durante le vacanze africane abbiamo deciso che era giunto il momento e ora eccomi qui, incinta di 7 settimane e 1/2. Che dire, si può essere estremamente felici e terrorizzate insieme?! Mi sa di sì! Per ora fila tutto liscio, a parte la stanchezza e qualche piccola nausea... Ma non so se ho ancora ben metabolizzato la cosa! Quello che so per certo è che, grazie alla Dani de "L'ora della verità", questo bimbo in erba ha già un nome per il blog: si chiamerà Minutino! L'ha battezzato lei in quattro e quattr'otto durante la chat di lunedì sera e la sua idea mi è piaciuta così tanto che l'adotterò anche qui. Cosa ne dite?!
Prometto che ora mi rimetterò a scrivere come si deve e vi racconterò TUTTO! Un abbraccione!

martedì 15 novembre 2011

Quando una giornata abbastanza di m---a risolleva la tua fiducia nel genere umano

Se non vi siete scoraggiati di fronte a questo titolo simil-filosofico, vi racconto le mie merdose mirabolanti avventure di oggi.
Succede che dopo aver fatto già 5 ore di lezione mi accingo a raggiungere la terza alunna della giornata, che abita nel paese confinante con il mio. E succede che la mia macchina ad un certo punto si ferma, capricciosa all'inverosimile, proprio mentre sto uscendo da una rotonda. Con immane fatica riesco ad andare avanti una decina di metri tra sbuffi e sobbalzi, poi bum. Più niente da fare, si è capito che la signirina non aveva nessuna intenzione di ripartire. "Fortuna" vuole che mi trovassi a una cinquantina di metri dal distributore di benzina dove mi rifornisco di solito, così ho messo le quattro frecce e sono corsa là a chiedere una mano. Tre baldi e solerti omaccioni sono accorsi in mio aiuto - le donne in certe situazioni suscitano sempre istinto di protezione ;-) - e mi hanno spinta in un parcheggino poco lontano. Poi il boss del gruppo ha preso in mano la situazione:

-Se vuoi ti chiamo il meccanico più vicino-
-Eh, ma il mio meccanico è quello di RidentePaeselloLacustre-
-Chi, MeccanicoIngegnoso? Pronti, ho il suo numero, ci penso io-
-...-
-Sì pronto, MeccanicoIngegnoso? Sono qui con una tua cliente, sì, davanti alla tipografia, Opel Corsa... Arrivi subito? Perfetto!-
-...-
-Bene, ha detto che si organizza e arriva-
-Ah, allora aspetto qui-
-No no, tu vai dove devi andare, figurati, lasciami le chiavi che lui viene a prenderle da me-
-Ah, grazie mille, davvero!-.

E così ho raggiunto in un quarto d'ora a piedi la mia alunna, che mi ha accolto tutta dispiaciuta. Ho fatto la mia lezione, poi sua mamma è arrivata con un maxi pacchetto avvolto nella carta stagnola pieno di leccornie appena sfornate:
-Così le mangi stasera, che sono così dispiaciuta per la tua macchina!-
-Grazie signora, ma non doveva!-
-Figurati, mi fa piacere! Adesso ti porta a casa mio marito-
-Ma no signora, davvero, viene il mio!-
-No no, ci mancherebbe-.

Quindi il papà della mia alunna mi accompagna a casa e mi dice: -La prossima volta che ti serve, tu mi chiami e io arrivo, non c'è problema!-

Non so voi, ma io quando trovo così tanta gentilezza nelle persone sento il cuore più leggero e ho di nuovo fiducia nel genere umano!! :-)


mercoledì 9 novembre 2011

In viaggio sul Beagle

«Ehi, Capitano!»
«Cosa c’è Charles?»
«Come va?»
«Va. Tu piuttosto?»
«Sto bene, ho vomitato subito dopo pranzo ma ora niente più nausee».
Robert FitzRoy sorrise. Il giovane non si era ancora abituato del tutto alla vita di mare, ma la sua tenacia era ammirevole. Lui stesso all’inizio aveva creduto che non sarebbe riuscito a portare avanti il viaggio: il moto oscillatorio del veliero gli procurava continui malesseri e in pochi mesi aveva perso diversi chili. Tuttavia, superato il primo periodo di smarrimento, Charles si era mostrato determinato a continuare l’impresa e si lamentava il meno possibile. Avrebbe fatto strada, ne era certo. Aveva il piglio deciso di chi affronta la vita di petto, oltre ad un’inesauribile curiosità per tutto ciò che gli stava intorno. Be’, forse quella era addirittura eccessiva, pensò fra sé il Capitano. Quando non era a terra impegnato in escursioni e studi se lo ritrovava sempre intorno, desideroso di condividere con lui le sue riflessioni e, soprattutto, di rivolgergli le domande più disparate.
«Senta, signor FitzRoy, stavo pensando…»
“Ecco, appunto”.
«Charles, dovresti pensare un po’ meno. Ti fa male alla salute» gli disse sorridendo.
«Fa parte del mio lavoro, Capitano. E poi non è stato lei a chiedere di avere in dotazione uno studioso per questo viaggio? Ecco il prezzo da pagare. Deve aiutarmi a fare chiarezza, a dipanare i miei dubbi» ribatté scherzoso il giovane.
«Mannaggia a me! Dimmi Charles, ti ascolto»
«Ecco, pensavo, ha poi riflettuto su ciò che le avevo detto giorni fa? Parlo della mia idea riguardo alla formazione delle Ande»
«Non molto, a dire il vero»
«Be’, comunque io sono andato avanti con le mie supposizioni»
«Ne sono felice. E scommetto che mi vuoi rendere partecipe». Il Capitano FitzRoy usava un tono sarcastico, a volte, ma lo faceva solo per mascherare la curiosità e il piacere sottile che in realtà provava durante quelle conversazioni. Il giovane Darwin lo sapeva bene, per questo non se la prendeva.
«Dove eravamo rimasti? Ah, sì: il terreno si è sollevato in seguito al terremoto di Concezione, non ci sono dubbi. Purtroppo il successivo maremoto ha cancellato molte tracce e non ho potuto constatarlo di persona, ma tutti gli abitanti da me interpellati l’hanno confermato: zone in precedenza sommerse dall’acqua in seguito alle scosse sono affiorate»
«Sono d’accordo Charles, lo sai. Io stesso sull’isola di Santa Maria ho scoperto quegli strati di conchiglie al di sopra di tre metri rispetto ai segni lasciati dall’alta marea, ne abbiamo parlato più volte. Ed entrambi sappiamo che quella zona ha subìto numerosi terremoti di grave entità»
«Già. Pensandoci, mi pare chiaro che il terreno, venendo sollevato, sia inevitabilmente soggetto ad una tensione. Ed è questa tensione che, a mio parere, genera le frequenti scosse, poiché ad un certo punto essa diventa insopportabile e si creano delle rotture negli strati della Terra. E poi…»
«E poi?»
«Ecco, parallelamente a ciò, io ritengo che in tali fratture si inseriscano rocce fluide, le quali, terremoto dopo terremoto, contribuiscono alla formazione di rilievi. Se le scosse si verificano spesso - e in questa zona sappiamo che è proprio così - si può ipotizzare il sollevamento di catene montuose elevate. Mi pare quindi corretto considerare questa come la possibile origine della Cordigliera Andina»
«È una teoria interessante» 
«Così sembra. Ma i punti oscuri sono ancora molti»
«Be’, allora chiariscili, cerca ulteriori prove a sostegno dei tuoi ragionamenti. E tienimi al corrente degli sviluppi».
I due rimasero assorti, ciascuno perso nelle proprie riflessioni. Passarono minuti intrisi di silenzio. Fu il giovane Darwin a interromperlo:
«Ci pensa mai?»
«A cosa?»
«Al terremoto, al maremoto, a Concezione. Non dal punto di vista scientifico, intendo».
Il Capitano non rispose. Ci pensava, sì. E a volte certe immagini fatte di angoscia e desolazione lo tormentavano nei sogni. Forse per Charles era lo stesso. Forse non l’aveva cercato per discutere ancora della sua complessa teoria, ma solo per avere l’occasione di condividere con lui un po’ di pensieri bui.
«È un sì?»
«Cosa?»
«Questo suo silenzio. È un sì?».
FitzRoy annuì col capo.
Il Beagle navigava sotto il cielo plumbeo e i loro animi si accordavano a quell’atmosfera cupa.
«Continua a studiare, Charles. Forse un giorno il tuo lavoro servirà ad evitare il ripetersi di certe disgrazie»
«Lo crede davvero? Perché ci sono stati momenti, quando eravamo a Concezione, in cui ho pensato che era terribile stare lì ad analizzare i fatti in modo meramente scientifico. Voglio dire, mettersi a fare congetture non ha risolto nessuno dei problemi di quella gente»
«Cos’altro potevi fare?»
«Niente, appunto. È questo senso d’impotenza che mi opprime»
«Ci dovrai convivere. Fa parte della vita, ed è una sua componente ineluttabile»
«Già».
I loro sguardi si persero a osservare il mare. Quell’acqua così scura e profonda, così pericolosa quando si sollevava durante un maremoto. Eppure così amica quando cullava il vascello trasportandolo in luoghi lontani.
Navigavano da giorni in direzione delle isole Galapagos e a bordo del Beagle tutti cominciavano ad essere impazienti. Attendevano ansiosi di avvistare la terraferma.
Un grido dall’albero maestro interruppe il turbinìo di pensieri di FitzRoy e Darwin.
«Laggiù si vede qualcosa Capitano!»
«Cioè?»
«Be’, direi che ci siamo, sembra un isolotto».
Charles guardò FitzRoy con un luccichìo negli occhi. L’idea di potersi lanciare in nuove scoperte faceva rinascere in lui il buonumore.
«Forza, Capitano, c’è bisogno di noi!».
Davanti a loro l’isola Chatham. Attendeva materna l’arrivo del Beagle e del suo equipaggio.


Se vi fa schifo, per favore, non ditemelo. ;-)

giovedì 3 novembre 2011

Argomenti "scottanti"

Mi ero ripromessa di non parlare di certe cose su questo blog. Perché forse non è corretto, perché forse per qualche strana coincidenza si potrebbe anche creare un incidente diplomatico... e perché alla fin fine non c'era mai stato un pretesto tale da spingermi a farlo.
Ebbene, nuore di tutt'Italia, qual è l'argomento più scottante che ci sia?! La SUOCERA, è ovvio. ;-)
Mah, secondo me è intrinsecamente impossibile adorarsi: sarà per il ruolo che non dà scampo, sarà per la tipica rivalità femminile che nei confronti del figlio-marito arriva ai massimi livelli... Comunque, tutto sommato io credo di voler bene a mia suocera, eppure ci sono dei giorni in cui non la sopporto proprio. E quindi le sto alla larga. Capita che, pur abitando una sopra l'altra, non ci vediamo per 2-3 giorni. Ecco, a me va benissimo così. Anzi, a volte la rifuggo proprio, soprattutto se l'ultima volta che ci siamo parlate mi ha detto qualcosa che mi ha irritato. A sua discolpa, devo dire che io sono abbastanza suscettibile. A mia discolpa, affermo invece con convinzione che lei appartiene all'ingombrante categoria delle scassamaroni croniche: ma come li scassa lei nessuno eh.  A volte è di una pesantezza imbarazzante, roba che tutti la sfuggono, mica solo io.
Venendo al dunque, gli argomenti per cui mi prudono più spesso le mani sono:
1. i figli: la suddetta - ahimé - appartiene anche alla categoria di quelle suocere che, pur non essendosi in realtà rassegnate al fatto che il loro pargolo si sia sposato, desiderano però ardentemente diventare nonne. Di una femmina, possibilmente. AHHHHHHHHHH (urlo liberatorio). Diciamo che in merito a ciò le ho dato risposte talmente acide e azzeccate che ormai si limita molto sull'argomento. C'è da dire che è una buona alunna: impara abbastanza rapidamente. Epperò non si rassegna, e so per certo che non potendo rompere a me si sfoga con gli altri. Che mi compatiscono :-D, quindi tutto sommato non posso del tutto lamentarmi;
2. il ballo: dovete sapere che un paio di anni fa io&maritino, cugina-del-maritino&consorte e suocera&suocero abbiamo fatto un corso di ballo liscio insieme. Suocera&suocero non sono esattamente portati per il ballo, ma lei ama dare la colpa a lui, anche perché accetta ben poco di non essere perfetta. Il maritino invece è proprio bravo, ma bravo bravo. Ebbene, lei aveva il coraggio di pretendere che lui rifacesse il corso con lei per farla imparare meglio. Cioè, MA TI PARE?! Lui ovviamente si è rifiutato categoricamente, io le ho detto che non se ne parlava, visto che lei ha un marito con cui ballare. Nonostante questo, domenica ha detto anche a mia madre (ogni tanto facciamo un salto in balera tutti insieme) che lei preferisce ballare con il maritino... MIO, chiaramente (che le concede al massimo 2-3 balli a serata :-D). Ma secondo voi è una cosa normale?!? o_O

Ecco, quando lunedì mia mamma me l'ha riferito, dicendomi orgogliosa di aver cercato di farle capire che è sbagliato, mi son proprio venuti i nervi: indi per cui ieri ero allergica a mia suocera e le ho dato varie risposte non proprio amichevoli. Spesso mi sento anche in colpa eh, perché so che ci rimane male. Mi do mentalmente della stronza più e più volte, ma se non le rispondo a tono mi rodo ancor di più.
Mi rendo conto poi che non ho lo stesso atteggiamento con lei e con mio suocero: stasera dopo cena lui ci ha suonato e, con un pretesto, si è poi fermato a chiacchierare più di mezz'ora. Io ero tornata alle 8, dovevo ancora sistemare la cucina e non ero propriamente in vena di pubbliche relazioni, però tutto sommato non mi è dispiaciuto. Se fosse venuta lei e si fosse fermata più di un quarto d'ora mi sarebbe subito montato il nervoso e le avrei anche fatto "velatamente" capire che era ora di sloggiare. Quindi mi rendo conto che non è tutta colpa sua. Epperò non ci si può far nulla, secondo me, è proprio colpa degli scomodi ruoli.

Detto questo, vorrei sapere i vostri pareri e le vostre esilaranti esperienze con le suocere, giusto per sentirmi meno sola. ;-)

In tutto ciò, il maritino per fortuna è sempre dalla mia parte e mai ha difeso lei in caso di discussioni, né in pubblico né in privato.  E questo, ovviamente, gli dà 1000 punti in più. ;-)

giovedì 27 ottobre 2011

100esima fatica

Quando ho pubblicato lo scorso post mi sono resa conto che era il numero 99. Dopo aver passato 5 minuti buoni a chiedermi come avessi fatto a non rendermi conto di averne scritti così tanti, ho deciso che per il numero 100 avrei dovuto assolutamente trovare un argomento gioioso, o perlomeno non in stile suicidio come quelli con cui vi allieto ultimamente.
Ma a volte non serve scervellarsi troppo. A volte le occasioni vengono servite su un piatto d'argento.
E allora oggi ho ricevuto un pacco tramite corriere. Dentro c'erano una rivista e una confezione regalo.
Sulla rivista è pubblicato un mio racconto, con il quale avevo partecipato a un concorso indetto tempo fa. Siamo stati premiati in 5 e io mi sono classificata quarta. Nella confezione c'era una penna molto elegante, il premio per la mia "fatica".
Che dire, l'emozione di vedere il tuo nome stampato sopra un fiume di parole che - non sai bene come - hai scritto tu... è qualcosa che lascia sempre un po' senza fiato. Ci voleva. Ci voleva per farmi tornare a credere in quello che faccio, in quello che scrivo... in quello che sono.
E niente, ho pensato che non ci fosse occasione migliore per festeggiare con voi, che siete davvero davvero preziosi. :-)




Se poi vorrete a furor di popolo leggere il racconto per intero, può essere che mi venga l'ispirazione di pubblicarlo anche qui... ;-)

martedì 25 ottobre 2011

Stai bene?

"Hai gli occhi cerchiati"
"Hai una faccia che non mi piace"
"Ma hai dormito abbastanza?"
"Stai bene?"

No. Non sto bene. Non è un buon periodo. Ho gli occhi cerchiati perché ultimamente piango tanto, soprattutto prima di dormire. E leggo fino a notte fonda, per cercare delle risposte che non trovo. Poi dormo male, e la mattina non mi vorrei mai alzare. Al pomeriggio corro come una pazza da un alunno all'altro, finisco sempre più tardi, e mentre spiego ricaccio indietro le lacrime. E sorrido tanto, tantissimo. Per camuffare la tristezza. E perché se chi incontro sta come me, allora ha bisogno di un sorriso. Spero che passi presto, ma credo di aver perso il mio equilibrio. Ho paura, un po'.

Ma tutto questo non lo posso dire. Non lo voglio dire. Perché sono orgogliosa, e perché se già sto male io non ho intenzione di far preoccupare anche gli altri.
Allora lo dico a voi, che tanto la mia faccia non la vedete.


Questa la dedico a me, e anche a voi.

mercoledì 19 ottobre 2011

Facebook ci porterà alla follia, io ve lo dico.

Oggi per esempio potrei dirvi che la sindrome premestruale è passata e mi è tornato il buonumore. Che devo stirare e pulire casa ma lo faccio col sorriso. Però no, perché vi annoierei a morte. E poi ho delle considerazioni da fare che stanno da giorni sulla punta delle mie dita, indi non posso più aspettare.

Questo è un post che contiene molta acidità, ve lo dico. Quindi se cercate la Imperfect dolce e cucciolosa vi rimando al post precedente. Non muovetevi da lì. :-D

Il titolo potrebbe essere fuorviante. Non odio Facebook, sono regolarmente iscritta. In realtà, anni fa sostenevo che non l'avrei mai fatto, ma poi, come spesso succede in questi casi, ho ceduto. C'è gente (stronza) che mi ha tacciato di incoerenza per questo... ma forse solo perché le rodeva il chiulo visto che, iscrivendomi, ho potuto scovare sputtanamenti a raffica che altrimenti non avrei mai scoperto. E adesso soffre di un disturbo tipico dell'era dei social network e vuole avere la massima visibilità, tanto che se io scrivo su una bacheca di un amico lei deve scrivere subito sopra (e più o meno le stesse cose). Epperò questa è un'altra storia, e non merita nemmeno di esser raccontata. ;-)

Ciò che in realtà volevo dire è: ma è normale che il marito, che vive sotto lo stesso tetto della moglie, le scriva in bacheca, un giorno sì e l'altro pure, "ti amoooooooooooo, sei stupendaaaaaaaaaaaa" e sotto ci si possa trovare pure il "mi piace" della suocera?! (ORRORE degli ORRORI)
È normale che la neogravida riempia la sua pagina di robe del tipo "ho delle mega voglie a tutte le oreee" o "sono troppo troppo troppo felice e amo da morire il tuo papà" (seguito dal tag del suddetto sperminator), e quando poi partorisce tappezzi la bacheca delle foto del (rugoso) pargolo, sotto le quali TUTTI - pena l'etichetta di insensibili cronici - devono scrivere smelensate stile "ma è un ammmoreee", "bellissimissimoooo, tutto mamma e papà", "che coccoloso, puccipucciciripipì"? E poi si legge l'immancabile commento della suocera: "è stupendooo il mio tesorooo".
Cioé, MA DAI. Ci rendiamo conto?!? Questa (presunta) stupidità felicità stratosferica, questo (presunto) amore eterno, sbattuti in faccia al popolo facebookkiano... per quale motivo?! Non ve lo potete dire sotto il tetto coniugale?!?
Io ringrazio il cielo che il maritino aborrisce i social network e un po' la tecnologia in generale, così non essendo lui iscritto evito di cadere in certe smelensate agghiaccianti. :-D
Oh, il messaggio carino saltuarimente ci sta, per carità, ma strombazzare i sentimenti in certi modi mi sa tanto di autocelebrazione pubblica. Un po' come quella di chi si gloria ogni giorno dei suoi prodigi: "ho organizzato una festa strepitosa, sono proprio una PR", "la mia cena era megagalattica", "come faccio le puzzette io nessuno". :-D Cose così, insomma.
E non mancano pure sorelle/fratelli che condividono la camera (e forse anche il computer) che intrattengono fitte conversazioni pubbliche scrivendo in realtà gomito a gomito: roba che probabilmente non si parlano per giorni per poter poi dare libero sfogo ai loro cazzi pubblicamente.
Per non parlare delle bimbeminchia appena saltate fuori dal seggiolone che si fotografano in pose plastiche con labbroni protesi stile pornodiva, e magari sono pure delle cesse paura. E poi sotto tutti a scrivere "ma che favolaaa!!!". -.-'

Mah, a me 'ste cose fanno pensare. Non è che ci stiamo tutti ammattendo?!? Mi ci metto dentro anch'io eh, per carità, che magari senza accorgermene uso Faccialibro come una rincoglionita scriteriata.

Voi che mi dite, blogger-amiche?

giovedì 13 ottobre 2011

12 ottobre

Potrei parlarvi del fatto che oggi mi sono svegliata di cattivo umore e sono rimasta impelagata in pensieri poco felici per tutto il giorno.
Potrei raccontarvi il mio pessimo sogno di stanotte e le solite mosse della stronza che mi fanno imbufalire.
Ma anche no.
Perché quando sto così mi sto sulle palle da sola e non voglio star sulle palle anche agli altri.


 
Quindi vi parlerò di quello che vuol dire per me il 12 ottobre. Non c'è niente di meglio di farsi cullare dai ricordi, a volte.
Il 12 ottobre del 2003 era una tiepida e soleggiata domenica. Non era un giorno qualsiasi: una mia cara amica faceva il suo ingresso in convento e tutti noi, suoi compagni di adolescenza, l'accompagnavamo. C'era gioia per lei e allo stesso tempo malinconia, perché sapevamo che non l'avremmo più vista molto spesso, perché la scelta che stava facendo era così difficile e forse troppo grande.
Il maritino all'epoca era un bel 24enne scanzonato, che da qualche mese era tornato libero e attirava le attenzioni di molte fanciulle. Faceva parte del nostro gruppo oratoriale e suonava la chitarra, ma era più grande e quindi non c'era ancora molta confidenza fra noi.
Quel giorno, prima della partenza, gli mostrai con orgoglio la mia patente presa da due settimane.
Quel giorno sentii più volte il suo sguardo che si posava su di me.
Quel giorno facemmo forse per la prima volta un discorso serio.
Quel giorno qualcosa ha iniziato a cambiare fra di noi, ci siamo guardati con occhi diversi.
E' stato lui stesso a dirmelo, mesi dopo. Non è certo uno che ha memoria per le date, ma quella se la ricordava.
Quel giorno è stato l'inizio del nostro amore.

Ricordo che nel viaggio di ritono dal convento ero in macchina con altri tre amici e cantavamo a squarciagola le canzoni degli 883. Il mio cuore aveva iniziato a volare.
Ah, una dei tre amici era la stronza. A quei tempi non era ancora stronza, ovviamente.

lunedì 10 ottobre 2011

Brandelli di felicità

A volte, dopo aver passato una bella giornata, quando il maritino dorme ed è ormai praticamente notte, sento che arriva la malinconia. Insieme ai pensieri non esattamente felici, a qualche preoccupazione, a domande senza risposta.
Come oggi. Ma siccome non voglio che spuntino le lacrime (anche perché domani sarà un luuunga giornata e non ho proprio voglia di alzarmi con il mal di testa e gli occhi da rana psicopatica), ho pensato di ovviare a questo mood molto poco esilarante concentrandomi sulle piccole cose che in questo periodo - in frazioni di attimi - mi hanno concesso brandelli di pura felicità.

Lui che mi abbraccia e mi dice "grazie" dopo aver trovato pronta una torta da condividere con gli amici.
La mattina col cielo blu intenso, il sole che splende dopo una notte di temporale.
Le frasi simpatiche di un alunno che adoro.
I baci di mamma B. quando vede delle ombre nel mio sguardo.
Lui che mi prende fra le braccia e mi stringe forte, la sensazione che non ci sia nulla di meglio del NOI.
La voce di mio padre che ride al telefono quando sente la mia.
Mia madre che vede la mia macchina e dice: "Che bella sorpresa".
Il mio cuginetto che mi sorprende in bagno mentre faccio pipì e non se ne vuole andare, perché "devo chiederti una cosa. Lo spingi tu se hai voglia il mio passeggino?".
Un libro che mi piace da morire e mi tiene sveglia la notte.
Gli sms di mio fratello.
Leggere i vostri messaggi sul questo blog.

Ok, mi sento meglio. :-)

giovedì 6 ottobre 2011

Io (non) sono strana

Ci sono quelle situazioni in cui un po' devi avere la faccia di tola (o di c--o, come preferite), però tutto sommato la tiri fuori, perché tanto non ci perdi niente.
Premessa n° 1: io sono una di quelle persone che stanno spesso nel loro, che non si mettono a chiacchierare con gli sconosciuti, che non amano attaccare bottone per il gusto di conoscere qualcuno di nuovo.
Epperò ogni tanto mi stupisco di me stessa. Faccio cose che, anche ripensandoci dopo anni, mi chiedo come mi sia venuto in mente di fare.
Premessa n° 2: io amo la matematica. Ebbene sì, sono una letterata con la passione per i numeri. Tant'è vero che ora come ora faccio più ripetizioni di matematica che di italiano o latino. I numeri mi divertono. Risolvo esercizi come se fossero passatempi: una roba tipo sudoku.

Fatto sta che anni fa, di ritorno dall'università, me ne stavo seduta nella sala d'attesa della stazione dei treni in attesa della coincidenza. C'era tempo, ma non avevo voglia di studiare. Né sarei riuscita a concentrarmi, visto che c'era un sacco di gente e tutti parlavano. Ad un certo punto, mi sono soffermata sulla voce di una ragazza al telefono. Parlava con la sua alunna di ripetioni, che le stava dettando un problema che non riusciva a fare. Poi si sono salutate e la tipa si è messa a raccontare la cosa all'amica seduta a fianco, tutta impanicata perché il problema le sembrava difficile e non sapeva risolverlo nemmeno lei. Allora, così per gioco, mi sono segnata i dati mentre loro ne discutevano. Ho trovato la soluzione. La ragazza invece era sempre più agitata e ripeteva: "Cosa dico adesso a sta qua?!". E insomma, mi sono alzata, sono andata verso di lei e le ho detto: " Ciao, scusami ma ti ho sentito parlare del problema, se vuoi io l'ho risolto, così, visto che non sapevo cosa fare". Lei mi ha guardato basita. Eccerto, c'è pieno di gente che quando non sa cosa fare risolve problemi di geometria altrui. Gliel'ho spiegato e poi me ne sono andata tutta di corsa dalla sala d'attesa, come se il mio treno arrivasse a minuti (ma mancava almeno un quarto d'ora), mentre lei mi ringraziava tra il sollevato e l'incredulo. Sentivo - ma forse era paranoia - che anche il resto delle persone presenti mi stavano guardando stralunate.
Mi sa che quando si parla di gente strana che s'incontra sui mezzi di trasporto o nelle stazioni qualcuno cita me!! :-D

Cioé, ma dai: ancora adesso mi chiedo come ho trovato il coraggio! ;-)

venerdì 30 settembre 2011

Grazie perché...

Avevo 18 anni quando mi sono messa con lui. Non mi sentivo particolarmente bella, né particolarmente interessante. Lui aveva 6 anni più di me ed era considerato un figo strepitoso.
Ho pianto mesi credendo che non avrei mai potuto averlo. Lui usciva da una storia che l'aveva segnato, io da una storiella di poca importanza che mi aveva lasciato solo un po' di amarezza.
Ma lui la sera di Natale mi ha baciato, e lì tutto è cambiato.
Per mesi mi sono comunque portata dietro tanta insicurezza: la paura di essere per lui solo una ragazzina, di non essere all'altezza della sua ex.
Un giorno gli ho chiesto di scegliere una canzone per noi, che fosse la nostra canzone. Mi sembrava una cosa importantissima.
Lui ci ha pensato e alla fine ha scelto questa:


Ero contenta: non tanto perché avessi riflettuto sulle parole, ma perché mio padre adorava la versione inglese. Mi sembrava di buon auspicio.
Stasera l'ho risentita alla radio. Ho pensato che sono parole meravigliose, tra le più belle messe in musica. Che lui con questa canzone aveva già voluto dirmi tanto.

Lui adesso è mio marito. Ed è la cosa più grande e importante che ho.

giovedì 29 settembre 2011

Da piccola

Io il primo giorno d'asilo non ho pianto. Non dico che me lo ricordo come se fosse ieri, ma comunque ho dei frammenti di quella giornata ben vivi nella mia memoria. Ero tranquilla. Mi guardavo in giro in cerca di qualcuno che mi ispiarasse simpatia, finché ho visto lei, una bella bimba tutta elegante con un cappellino chic. L'ho guardata, mi è piaciuta, quindi sono andata verso di lei e le ho detto: "Vuoi essere mia amica?". Lei ha risposto di sì, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ed è stata un'amicizia vera, almeno per i due anni d'asilo che abbiamo frequentato insieme.

Quand'ero in quarta elementare sono stata operata di appendicite. Ricovero d'urgenza la domenica delle Palme, intervento fissato per il martedì. Dopo l'anestesia ricordo di essere stata portata in sala operatoria, di aver visto le luci disposte a cerchio sopra di me, di essermi addormentata placida e serena. Mia madre dice che concluso il tutto mi ha riportato in camera in braccio un infermiere gnocco, e io non mi volevo più staccare. Mica scema eh.

Penso a queste cose e deduco che:
- da piccola sapevo scegliere con più accortezza le mie amicizie;
- da piccola ero decisamente intraprendente.

Allora mi chiedo: dov'è finito tutto quel coraggio? Quella forza, quell'indipendenza? Chi è questa donna incerta che non riesce bene a delineare il suo futuro?
Urge scoprirlo presto.

martedì 27 settembre 2011

Del doman non v'è certezza (ma dell'oggi, un po', sì)

Quello appena trascorso è stato un buon week end. Ho rivisto varie persone che mi fanno stare bene, ho sentito di essere capita. Non c'è niente di meglio che sentire qualcuno che esprime i tuoi stessi pensieri esattamente come tu li hai pensati. Venerdì sera sono uscita con alcuni ex compagni delle superiori, quelli con cui anche se sono passati 7 anni dal diploma ti sembra ancora di condividere le giornate, tanta è la confidenza che è rimasta. Tutti studenti con ottimi profitti, ora precari/precarissimi. E c'è questa mia amica psicologa che si è appena iscritta alla scuola di specializzazione e fa i miei stessi identici ragionamenti. E' sufficiente per tornare a casa verso le 2 cantando a squarciagola con il mio I-Pod tarocco nelle orecchie.
Sabato sera invece grande trasferta a Milano di tutta la maritino's family, noi+zii+cugini a trovare l'unico zio+cugino fuori provincia. Pizzata in compagnia e giretto sui Navigli, chiacchiere e sorrisi. Anche sentirsi una famiglia ha grandi lati positivi sull'umore.
Per concludere in bellezza, domenica sera cenone a casa Imperfect con (quasi) tutti gli ex compagni di università. L'incertezza sul futuro, condita da aneddoti e risate, fa un po' meno paura.

Nel marasma di affetto che mi ha circondato in questi giorni, mi è comunque chiaro che non ho ancora ben deciso che direzione dare alla mia vita (lavorativa). Però perlomeno mi è anche chiaro quali sono i miei punti fermi e tutto quello a cui non potrei mai rinunciare.

venerdì 23 settembre 2011

Settembre

Nella mia testa c'è sempre un gran casino eh. Ed è talmente intricato che facciamo che me lo tengo per me e vi aggiornerò non appena vedrò le cose con un po' più di chiarezza.
Io comunque do sempre la colpa al mese di settembre. Davvero, per me settembre è il mese peggiore dell'anno. E' sempre stato così, credo. O almeno a partire dai miei 12/13 anni. Rientrare a scuola dopo le vacanze era veramente tragico. Mi sembrava di essere chiusa in una bolla, incapace di riappropriarmi pienamente di quella realtà fatta di banchi e professori e compiti a casa.
Il settembre 2004, che in teoria avrebbe dovuto essere bellissimo visto che avrei iniziato l'università a ottobre e per la prima volta me lo sarei potuto godere alla grande, è stato all'insegna dell'angoscia: ad agosto ero stata in Brasile per 3 settimane di volontariato e al rientro ero stordita dal cambio di ambiente e dalle sensazioni che mi portavo dietro, oltre che da vari stupidi problemi di salute che però io vedevo ingigantiti.
C'è stato anche il settembre 2008 veramente brutto, con mio fratello che rivoluzionava la sua vita, mia madre che si sfogava con me assillandomi, io che non mi raccapezzavo tra un maxi esame da dare, il piano di studi da organizzare, l'idea del matrimonio che affiorava già.
Ecco perché quand'ero all'università cercavo sempre di lasciare un solo esame per settembre: era già abbastanza dura preparare quello, qualsiasi esso fosse.
Quindi non so, facciamo che attribuisco la colpa del mio subbuglio mentale al mese di settembre e spero che passi presto (sono solo altri 8 giorni, giusto?!).
Che poi io oggi ci ho provato a rilassarmi e a coccolarmi: il maritino non tornava per pranzo e io invece che cucinare me ne sono andata a fare una lampada, così, giusto per mantenere l'abbronzatura africana. Ed ecco che quasi subito mi sono venute le palpitazioni, ho resistito per un po' ma ho dovuto uscire 2 minuti prima dello scadere del tempo e sdraiarmi a terra in preda a un mezzo svenimento. Eccheccazzo. Ok, io farò al massimo 4-5 lampade l'anno proprio perché non le amo, ma una reazione così non mi era mai capitata.

Ottobreee, DOVE SEI?! ;-)

lunedì 19 settembre 2011

Mutatis mutandis

Voglio e devo prendermi una pausa dalle mie elucubrazioni mentali e dal conseguente caos che regna nel mio cervello. Quindi stasera mi dedico alle cazzate e le propino anche a voi, perché non sia mai che io mi rallegri senza rendere partecipi le mie amiche blogger. :-D
Dunque, si dà il caso che oggi a pranzo io e il maritino ci stessimo gustando un buon risotto, parlando del più e del meno, con la TV in sottofondo. Ed ecco che arriva la pubblicità. Giuro, io anche ripensandoci quasi non ci credo. Compare una tizia che dice all'amica: "Ora vado a cambiare gli slip" (forse non sono le testuali parole, ma ci si avvicinano molto), quella le sorride felice e insieme iniziano a disquisire su quanto-è-bello-questo-nuovo-salva-slip-che-cambiarlo-è-come-cambiare-le-mutande. o_0 Cioé no ma parliamone. Io ho varie amiche con cui c'è una grande confidenza, ma mai - E DICO MAI - mi verrebbe in mente di dire loro con nonchalance che mi sto per andare a mettere un nuovo salva-slip. Ma su, un po' di dignità!! Dopo i vari pruriti intimi che vengono addotti come scuse per il ritardo (io sono una ritardataria cronica, ma piuttosto di dire a una mia amica che la causa è dovuta alla Jolanda Prudens mi invento che ho sbattuto il mignolino nello spigolo della porta e ho inveito per 2 ore consecutive), ecco che ci mancava il cambio-abito delle parti basse. Perché la nostra amica non può pensare che ce ne andiamo in bagno a espletare normalissimi bisogni corporali, NO. Lei deve sapere esattamente cosa andiamo a fare, altrimenti che amicizia priva di sincerità è la nostra?! Eh?!
Detto questo, io deduco che non ho amiche vere. :-D

Per dovere di cronaca, però, devo ammettere che anch'io ho avuto a che fare con donne bisognose di confidare i loro più reconditi problemi intimi. In quarta o quinta superiore, per esempio, una compagna con la quale non è che avessi molto feeling durante un'ora di supplenza mi si è seduta accanto e ha iniziato a dirmi che non si sentiva molto bene. Le ho chiesto cos'avesse e lei ha iniziato a dire cose come:"Eh sai, questo week end sono stata dal mio uscente...". Io, ingenuotta, non capivo dove volesse andare a parare, finché quella, con una voce piena di pathos, mi fa:"Insomma ho un'infezione, proprio lì" guardandosi insistentemente in mezzo alle gambe. -.-' Ancora mi sto chiedendo per quale motivo avesse voluto rendermi partecipe di cotanto gaudio, ma va beh.

Però alla luce di questi fatti vorrei farvi una domanda:

(no, non se c'avete la Jolanda Prudens, per carità)

...ma voi direste ad un'amica che state andando a cambiarvi le mutande?!? o_0

venerdì 16 settembre 2011

Colpi di testa

Sì, sto per fare un colpo di testa. Ma non l'ho ancora fatto, perciò se pensate che io stia compiendo uno sbaglio madornale avvisatemi, please. Riempitemi il blog di commenti e la casella mail di messaggi minacciosi. Siate convincenti, perché pare che ormai la decisione sia presa. Dal mio cervello e dal mio cuore, senza che mi abbiano consultato. Io infatti sono spaventata a morte.
Dunque, non so nemmeno da dove cominciare. In realtà il pensiero mi sfiora da un po', ma fino a martedì era appunto solo uno "sfiorare". Ieri invece mi è partito l'embolo, e ho deciso in men che non si dica. Siete curiose, lo so... ecco, uff... mi riiscrivo all'università. L'ho detto. Cioè, ma roba da matti. Sono passati quasi due anni dalla mia laurea magistrale. E avevo giurato che non avrei più dato un esame in vita mia.
E però. Però a quasi due anni dalla laurea sono ancora qui, senza aver fatto molti passi avanti. Di mettere tutto nel cassetto non mi va. Ma pare che con un anno e mezzo di ulteriori fatiche io possa integrare gli esami che mi mancano per poter accedere all'insegnamento. Già. E non ditemi che il mondo della scuola è pieno di precari, perché tanto ormai va così in tutti i settori. Gli unici miei ex compagni che hanno un minimo di stabilità sono proprio quelli che hanno preso questa via. Poi magari me ne pentirò amaramente eh, che d'altronde nel mondo del lavoro, almeno in Italia, ci vuole solo una cosa: il culo. Questo sarà l'ultimo tentativo prima che mi decida ad aprire una pasticceria.
:-D Sì dai, fatemi ironizzare un po' se no piango. Son due giorni che piango. Un po' piango e un po' son contenta, perché mi sembra di aver tirato fuori le palle per riprendere in mano la mia vita lavorativa. Sono stanca di aspettare, almeno così avrò l'illusione di star facendo qualcosa. Continuerò con le mie lezioni private, sia chiaro, e darò gli esami da non frequentante. Anche un po' alla cazzo, sì, chissenefrega del voto. Mi prendo il pezzo di carta che mi serve e via. Che poi sono convinta che tutta sta faccenda dei crediti sia una boiata assurda e che uno per insegnare bene debba smazzarsi sul campo, ma va beh. Volete il pezzo di carta? Lo avrete. Ecco, questo è quello che penso quando prendo coraggio. Nel resto del tempo piango e mi dispero e mi chiedo se ce la farò.
Meno male che c'è lui, che alla notizia, detta così di punto in bianco senza che gliene avessi mai accennato, non ha battuto ciglio e ha detto: "Ok, per me va bene. Io ti aiuto, per quello che posso. Un anno passa in fretta". Lui è proprio speciale, lo so.
Domani è l'anniversario dei miei, e io per rallegrarli gli porto in dono la bella notizia. Che minimo gli viene un colpo, a tutti e due. Cioè, sti poveretti hanno visto mio fratello laureato e con un bel posto di lavoro arrivare un giorno e dire:"Io ho deciso di entrare in seminario". A 26 anni. Io a 26 anni mi riiscrivo all'università. Per fortuna che son sposata, se no si prendono un biglietto sola andata per Honolulu. E anche qui scherzo, perché in realtà ho paura della loro reazione: perché da quando si è capito che la mia situazione lavorativa non era prossima allo sblocco li ho visti spesso preoccupati. Si sa come sono i genitori, non son tranquilli finché non ti vedono sposata e con un posto fisso. Per il primo punto mi sono impegnata, per il secondo purtroppo non dipende da me. Ma nei momenti di sconforto ho avuto paura di leggere nei loro occhi:"Oddio, nostra figlia è una fallita". La figlia perfetta, quella che ha sempre viaggiato come un treno con i suoi votoni, che non ha mai perso un colpo. E adesso è una povera disoccupata, almeno per la legge. Applausone. Poi mi dispiace soprattutto per mio padre, che è uno che mi ha sempre insegnato che con l'impegno si ottiene tutto, che mi ha sempre detto:"Studia, e studia quello che vuoi, vedrai che soddisfazioni". So che soffre, per me e forse anche perché si sente in colpa. Per avermi detto cose che non si sono rivelate vere. E invece io vorrei dirgli che comunque ha ragione, perché nonostante tutto non tornerei indietro, e infatti vado avanti. Però vorrei dirglielo serenamente, non piangendo a dirotto come in questo momento. Va beh, domani si vedrà.
Ora vi ho ammorbato a sufficienza e me ne vado a letto. Vorrei anche dirvi che ho lavato il pavimento della lavanderia alle ore 00.00. Così, giusto per distrarmi.

Lo so che vi chiedete donde sia venuto sto colpo di testa. E' successo che ho mandato una mail a un mio ex prof, coordinatore di facoltà, chiedendogli quanti crediti della specialistica potevano tenermi buoni. Giusto per sapere. E lui mi ha risposto 66, cioè più di un anno di studio. Gli ho risposto tante grazie, che era una bella notizia, ma ci avrei pensato per il prossimo anno visto che ormai le iscrizioni eran chiuse. E invece lui mi ha detto che fino al 30 novembre c'è la possibilità dell'"iscrizione tardiva", quella per i tardi come me, in sostanza. Mi è sembrato un segno del destino: vai Imperfect, questo è il tuo momento, prendilo al volo!
Avrò ragione?! Lo scopriremo solo vivendo... -.-'

mercoledì 14 settembre 2011

Tipologie di mamme (dei miei alunni)

Sono mesi che mi propongo di scrivere questo post, perché negli anni ho accumulato un campionario abbastanza vasto. ;-) Premetto che attualmente adoro tutte quelle che chiamo affettuosamente "le mie mamme", ma comunque non posso fare a meno di notare alcuni loro difettucci. Ovviamente quelle che, a conti fatti, hanno meno pregi che magagne, vengono irrimediabilmente scaricate.

La cafona arrivista: se la conosci la eviti: infatti me ne sono liberata dopo pochi mesi. La mamma in questione è ricca e spocchiosa, perciò convinta che il mondo ruoti attorno a lei. Ti fa sottilmente notare che in fondo devi ringraziarla se ti fa lavorare, è pretenziosa e si impiccia in ciò che fai limitando la tua libertà d'azione. Inneggia ai veri valori della vita e sostiene di insegnarli al figlio, salvo poi urlare come una scaricatrice di porto quando lui non la ascolta o sussurrargli:"Dai amore-tesoro-caro, studia così poi diventi notaio e la mamma ti compra uno studio grandissimo pieno di impiegate che fanno quello che vuoi"*.
Generalmente ha un figlio maleducato e convinto che tu sia al suo servizio, oltre che intellettivamente poco dotato (e che perciò notaio non diventerà mai).
Ovviamente i fallimenti del principino di famiglia - che ha 2/3 nomi aristocratici - sono imputati a te.
La tipologia è inoltre da evitare perché la mamma riccona ha il braccino corto, al punto di pagarti con le monetine per non darti un centesimo di mancia.

L'apprensiva ansiotica: vorrebbe che il figlio scavezzacollo fosse invece sempre preparatissimo, ha il terrore che lui le nasconda di avere una verifica proprio il giorno dopo e si affida a te come al Padre Eterno, usandoti spesso anche come psicologa personale: si fa infatti consigliare pressoché su tutto ciò che riguarda la vita scolastica del pargolo (e non solo), dandoti certo innumerevoli soddisfazioni. Tranne quando ti chiama durante o dopo cena tenedoti al telefono mezz'ora, o quando ti rincorre mentre te ne vai e sono già le 8 di sera.

La ritardataria cronica: arriva sempre con minimo 10 minuti di ritardo e scarica la colpa sul figlio. Viene a riprenderselo con un ritardo ancora maggiore invocando terribili cause sovrannaturali. E' quindi consigliabile appiopparle le lezioni di fine giornata. Di solito si sente terribilmente in colpa per la sua mancanza di puntualità e si scusa per mezzo di mancette o regalini. Se invece non si scusa mai è una cafona e va scaricata.

L'insicura: si porta dietro un bagaglio di insicurezze risalente al suo passato scolastico non proprio impeccabile. Vorrebbe che il figlio fosse un genio per riscattare i suoi fallimenti e il fatto che lui invece non lo sia la scaraventa in un pessimismo apocalittico. Chiede continue conferme e le tue rassicurazioni la rasserenano.

La castrante: sostiene che il figlio è un senza-palle (ahimé anche davanti a lui) e non si rende conto che è il suo fare aggressivo a privarlo degli attributi. Lo sottovaluta e non lo ritiene capace di organizzarsi, quindi pensa a tutto lei, al punto che lui a malapena sa quando deve venire a lezione. Di positivo ha che perlomeno crede in te e spera che tu sia in grado di restituirle un figlio migliore.

La mamma fantasma: non si vede e non si sente: porta il figlio senza scendere dalla macchina, lo viene a riprendere e fugge via senza parlarti. Non sai se le interessi sapere come stanno andando le cose e quindi ti chiedi per quale motivo continuiate il vostro rapporto lavorativo. Hai il dubbio che ti usi solo come baby sitter.

La severa dolcissima: altrimenti detta mamma ideale. Alla categoria appartiene chiaramente mamma B. Sebbene la definizione sembri ossimorica, in realtà i due concetti si sposano a meraviglia: sa essere severa e tiene molto all'istruzione dei figli, ma al contempo sprigiona dolcezza sia con te che con loro. E' capace di crescerli equilibrati e sebbene abbiano qualche difficoltà scolastica sa coltivare la loro autostima, rendendoli consapevoli dei propri limiti ma comunque sicuri di se stessi. Ti adora e ti riempie di attenzioni ripetendoti spesso:"Come faremmo senza di te!". Anche tu la adori, è ovvio.
(Non serve dire che questa è la mamma che in un futuro vorrei essere io).

*Giuro che la frase in questione è stata realmente pronunciata. No, non ci crederei nemmeno io se non l'avessi sentita con le mie orecchie. Sì, impiegate di tutto il mondo, unitevi e lapidatela.

Se vi va, mamme blogger, ora potete dirmi a quale categoria pensate di appartenere voi. ;-)

lunedì 12 settembre 2011

Pensieri sparsi

Ho passato un bel week end. Bello perché sereno. Perché a lui brillavano gli occhi, in certi momenti. Perché ho capito di essere riuscita a passare sopra a certi rancori. Perché a volte, anche con le amiche più care, metto barriere che proteggono i miei veri sentimenti... ma questo week end no. Perché oggi un aperitivo sul lago con gli amici veri mi ha fatto riassaporare la sensazione di non voler essere da nessun altra parte. Perché c'era la luna, ed era bellissima.

Definisco bello un sabato in cui ho passato più di tre ore pulendo una tapparella. Ogni tanto mi chiedo preoccupata quando sia venuto a galla il mio spirito casalingo. Due anni fa non ero così, lo giuro. Pulivo a malapena la mia camera.

Non ho abbastanza tempo per fare tutto quello che vorrei. Ma cerco di prenderla con filosofia.

Perché tutte le volte che mi soddisfo mangiando con gusto poi mi ritrovo con un mal di testa colossale? Mi serve una limonata.

In vacanza sono stata molto poco nottambula. Mi è bastato tornare a casa per riprendere a fare le ore piccole.

L'estate sta finendo. 'Sta cosa un po' mi piace e un po' no.

L'11 settembre 2001 ero in cucina a fare i compiti. Maledivo mentalmente mio fratello che faceva zapping in soggiorno disturbandomi. Poi le prime immagini del disastro. Lui che urlava:"Un aereo ha colpito le torri gemelle!". Mia madre che stirava al piano di sotto e balbettava sconcertata. Mia madre che negli USA ha vissuto due anni, appena sposata. Che negli USA ci ha portato suo padre mezzo morto e se l'è visto restituire. Malato ma in grado di vivere ancora 15 anni.
In diretta abbiamo visto lo schianto del secondo aereo. Abbiamo capito che non trattava di un incidente.

A giugno dello scorso anno ero al World Trade Center. Guardavo in silenzio la nuova torre in costruzione. Respiravo l'aria della rinascita.

Stasera la giornalista del Tg2 dopo il servizio di commemorazione aveva gli occhi lucidi e parlava a fatica.

Ho visto "Terra". Io ADORO Toni Capuozzo e il suo modo di raccontare.

Perché quando io stendo fuori piove sempre? Tipo in questo momento?

Nel bene e nel male, la vita va avanti, sempre.

giovedì 8 settembre 2011

Tornare alla realtà

Settembre per me è sempre stato il mese più duro dell'anno. Il rientro dalle vacanze mi ha sempre pigliato male. Stavolta è pure peggio, forse. Ma siccome non voglio tediarvi (e tediarMi) con le mie paturnie, posterò a grande richiesta qualche fotina africana. Giusto per ricordarmi la filosofia "Take it easy" che ha caratterizzato la vacanza. Miodddio, ho già voglia di ripartire... è grave?! o_0



Ecco, dopo aver rivisto le foto sto già meglio! ;-)

lunedì 5 settembre 2011

In aereo

Io adoro i mezzi di trasporto. I treni (sì, ok, con Trenitalia questa adorazione viene messa a dura prova), ma soprattutto gli aerei. Salire su un aereo mi provoca sempre una scarica di adrenalina, l’idea di poter attraversare il mondo in poche ore per me ha qualcosa di magico.
Il maritino viaggia in aereo perché non ha alternative. Dice spesso che vorrebbe fosse stato già inventato il teletrasporto. Anni fa una settimana prima del volo iniziava ad essere taciturno e di cattivo umore, convinto di avere poche probabilità di sopravvivere. :-D Ora si è abbastanza abituato, ma l’aereo non gli piace punto e stop.
Per esorcizzare la paura si diverte a terrorizzare gli altri passeggeri. Quest’anno è toccato ad una povera ragazza che attendeva di salire le scalette prima di noi. Un tizio è passato sotto l’ala ed è stato aborrito dalla hostess, al che lui ha commentato: “Eh cavolo, non si può camminare sotto l’ala, metti che cada”. Non contento, ha poi precisato serafico: “Però, è proprio sicuro questo aereo eh?!”.
La tipa lo ha guardato sgomenta, ma va beh. (ah, sì, forse lo sgomento era per il suo cappello da cowboy ricordo degli States che ha voluto a tutti i costi indossare per l’occasione).
Io per esorcizzare la sua paura lo distraggo osservando gli altri passeggeri e facendogli notare i più strani. Questa volta il Nobel l’ha vinto la coppia più appiccicosa della storia, da noi soprannominata Hard Lemon. Giuro, non ho mai visto tanta lingua in vita mia.
Comunque, dopo il momento adrenalinico a me prende l’abbiocco. Tipo che nel viaggio d’andata ho dormito 11 ore su 12. Sono scandalosa, lo so.
I miei peggiori nemici in aereo sono due:
1. il cibo. Perché puzza, cazzo. Lui dice che sono paranoica e si mangia anche la mia parte, ma io capisco che stanno per portare i vassoi già dieci minuti prima a causa dell’odore che sento diffondersi. Non so se siano le vaschette calde o cos’altro. So solo che a pensarci sto male. Infatti il momento dei pasti è l’unico in cui sto sveglia, con il naso ficcato nella coperta, pregando che passino presto a ritirare i vassoi.
2. le turbolenze. Ho lo stomaco debole e certi su e giù me lo fanno letteralmente attorcigliare. Ricordo ancora il volo verso il Brasile, con 6 ore su 12 di tempesta. All’atterraggio piangevo disperata convinta che sarei morta presto.
Il suo peggior nemico è uno solo, ed è rappresentato dai passeggeri che dormono beatamente. Questo perché:
a)      gli impediscono di alzarsi continuamente come vorrebbe;
b)      gli ricordano palesemente che lui è il povero sfigato che non riesce a chiudere occhio.
In pratica, il suo peggior nemico sono io. :-D Quanto parla di me in aereo dice sempre sarcasticamente: “Eh be’, lei è proprio di compagnia”.

Ok, tutto questo per dire che sono tornata. Che l’aereo ha fatto il suo dovere anche questa volta, insomma. Mi siete mancate, ma ora adsl permettendo* recupererò il tempo perduto.

*Al ritorno ho avuto molte esilaranti sorprese, tra cui bollette da pagare, macchina rumorosa come un trattore e decisamente bisognosa di un meccanico, e appunto telefono e adsl guasti. Ditemi se non ci può essere una disgrazia maggiore per una che è stata senza internet già più di due settimane. Al momento vado a scrocco dei miei, ma visto che non posso bivaccare in casa loro i miei tempi di navigazione sono abbastanza ristretti. Pregate con me che mi sistemino tutto al più presto. ;-)

mercoledì 17 agosto 2011

Tra feste, corse e s.d.c. ... qui si parte!! :-)

Rieccomi! Scusate se vi trascuro, ma sono veramente giorni concitati... Le feste, i parenti, le corse, le cose da preparare, le ultime lezioni... e gli immancabili s.d.c. (sensi di colpa, ndr) che non mi lasciano mai... perché abbandono i miei alunni proprio a ridosso degli esami per i debiti, perché forse se avessi spiegato meglio quegli esercizi... Ma ormai ci sono abituata e ci convivo abbastanza serenamente!! ;-)


Tutto questo per dirvi che giovedì sera un aereo porterà me e il maritino in Africa, dove ci aspetta il mio prediletto - nonché unico - cognato... e per due settimane il mio pensiero fisso sarà quello di rilassarmi a più non posso... oh yesss!!! Non so se riuscirò a ripassare da qui, quindi vi mando un bacione virtuale... Nel frattempo appunterò tante belle cosine da raccontarvi al mio ritorno! :-)

PS: non odiatemi, voi tutti che rientrerete al lavoro il 22, ma sono sempre più convinta che andare in ferie quando la maggior parte delle persone torna abbia un fascino tutto particolare!! :-D


mercoledì 10 agosto 2011

La notte di San Lorenzo

Oggi ho un mood tutto particolare. Sono contenta, ma un pochino malinconica, di quella malinconia struggente che riporta alle mente i bei ricordi.
Forse tutto dipende dal fatto che oggi è San Lorenzo.
San Lorenzo è patrono di un paesello che nel mio cuore occupa un posto particolare. Il paesello di montagna dove ho passato le mie estati da adolescente. Quelle dei flirt, degli amori che sembravano eterni, delle risate, della spensieratezza... e anche dei pianti per l'insicurezza e il senso di inadeguatezza, per i rifuti e per le delusioni. Comunque, le mie estati lì sono quelle in cui ho vissuto le emozioni più intense. Al solo pensarci, i ricordi mi sommergono.
Adesso non ci torno più tanto volentieri. Ha segnato un periodo importante del mio passato, ma ho dato un taglio netto e ritornarci non mi fa sentire molto a mio agio. Gli amici di una volta sono cambiati, i saluti impacciati tra noi sono lì a dimostrare lo sfilacciarsi del tempo.
Però sentire nominare la festa di San Lorenzo mi fa sempre uno strano effetto. Era un appuntamento imperdibile. Lo aspettavamo con trepidazione. Le serate tra la piazza e il tendone con la pista da ballo, a bere le prime birre e fumare di nascosto. Qualche bacio. Tutto scatenava l'adrenalina.
E un anno, rientrata a casa, guardando dal lucernario della mia camera ho visto davvero una stella cadente. Enorme.
Il desiderio di allora si è avverato, o almeno credo. Era quello di trovare l'uomo della mia vita.
Ora ce ne sono di nuovi, di desideri. Spuntano timidi. E ho quasi paura che si avverino...

lunedì 8 agosto 2011

Di giudizi stereotipati, conclusioni affrettate e giramenti di palle

Ok, che ho bisogno di ferie l'ho gridato ai quattro venti. Però. Però la gente ci si mette proprio d'impegno a farmi girare le palle e a farmi venire ancora più voglia di trasmigrare per un paio di settimane ben lontano dal paesello (e, lo giuro, se in vacanza incontro qualcuno che conosco avrò uno sclero).
Partiamo dal presupposto che le persone hanno spesso l'hobby di farsi i cazzi altrui e di giudicare a priori qualsiasi cosa. E aggingiamo che spesso sentono l'impellente esigenza di esternare le loro brillanti elucubrazioni.
Dunque, i miei suoceri abitano sopra di me e la domenica, solitamente, pranziamo da loro. Io non sono una che racconta balle né che pensa di dover dimostrare niente a nessuno, e quindi se dopo la messa mi chiedono: "Vai a casa a preparare da mangiare?" rispondo tranquillamente: "No, sono invitata a pranzo oggi". E qui partono i commenti:

-Ah be', comoda così! (Da parte di gente che vive praticamente a spalle dei genitori da una vita, tra l'altro)
-Ah sì? Ma hai mai usato il fornello da quando sei sposata? (Perché non esistono altri pasti a parte il pranzo della domenica, no?!?)
-Eh sì, che fortuna avere la suocera proprio sopra casa tua! (Prima di tutto, PARLIAMONE. Poi, se i miei suoceri vivessero nel paese a fianco, cosa cambierebbe? Andrei a pranzo comuque. E in più, la fortuna, se c'è, è reciproca, visto che quando lei ha bisogno di qualcosa si rivolge sempre a me!).

A me, che cucino volentieri e pure bene, sentire certe cose mi fa roteare gli attributi che non ho. Soprattutto se, pur non dovendo preparare il pranzo, devo subito dopo mettermi all'opera e fare una torta salata per un battesimo (questa, grazie Cri!!).
Comunque, sto stilando una lista di risposte argute da rifilare prossimamente a questi cervelli sopraffini:

-Sì, a me piace farmi invitare a mangiare da chiunque, poi vedo che quelli come te che l'hanno sempre trovata pronta si son mantenuti proprio bene!
-No, non riesco proprio ad accendere il gas perché soffro del gomito del tennista (che è pure vero, oltretutto)
-Ho una fortuna sfacciata e infatti c'ho una vita che è una favola, guarda tu non hai idea di quanto posso cazzeggiare da mattina a sera, che bellezza!
-Nella mia vita non ho mai dovuto render conto a nessuno di quello che faccio, non vedo perché dovrei iniziare a farlo con te.
-Domenica prossima se vuoi mi auto-invito a casa tua, cosa mi prepari di buono?!
-Ti presto mia suocera per una settimana, poi ne riparliamo.
-Cucino talmente male che dopo il matrimonio abbiamo messo su tre chili a testa.
-Oltre ai suoceri al piano di sopra adesso ho in programma di tenere nella stanza degli ospiti un paio di filippini, così mi alleviano la fatica delle faccende domestiche.
-No, non cucino mai perché a noi piace stare leggeri, pensa che mangiamo solo una volta a settimana!

Se avete anche voi qualche rispostina al vetriolo da suggerirmi, ben venga!!! :-)

venerdì 5 agosto 2011

La genetica

E niente, rientro da una serata con le mie due amiche-amiche del liceo, e pure loro mi hanno detto che mi trovano un po' tiratina eh. Qui c'è un bisogno di ferie che non vi dico fanciulle. Ma stringiamo i denti. 2 SETTIMANE.

Detto ciò, volevo fare una smelensata delle mie.

Stamattina ho finito di leggere con il mio alunno Y. "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman. Gli ho spiegato il significato del titolo, il fatto che il protagonista ritrova il suo amico non in senso fisico ma in senso morale, perché scopre che si era pentito di aver appoggiato Hitler al punto di morire dopo aver complottato contro la sua vita. Spiego e m'infervoro, m'infervoro e mi vengono le lacrime agli occhi. Ok, mi do un contegno e riparto.

Dopo pranzo faccio una visitina ai miei e mio padre mi chiede se ho mai visto il film "Il pianeta delle scimmie". Rispondo di no. Inizia a raccontare. Racconta di questi uomini ritenuti inferiori dalle scimmie e bla bla bla, poi del loro ritorno sulla Terra, della Statua della Libertà semi-distrutta... E gli scende una lacrima.

Poi a me vengono i parallelismi. Mi dico che c'abbiamo proprio lo stesso gene. 
Lui è uomo e io son donna. Abbiamo 37 anni di differenza. Ma in molte cose siamo straordinariamente uguali.

Lacrimuccia.

mercoledì 3 agosto 2011

Donna VS uomo: il gossip

Scusate se latito, ma nelle ultime settimane il mio bisogno di ferie si è centuplicato. C'ho una stanchezza che non vi dico, la mattina vado dai miei alunni con la fashionissima riga del cuscino che mi taglia la guancia, il pomeriggio perdo la pazienza già dopo 2 minuti... e nell'armadio della lavanderia ho accatastato un'immane e spaventosa montagna di roba da stirare... HELP ME!
Comunque, dato che non voglio fare la lagnosa spaccapalle, ho pensato di riflettere un po' con voi sulle differenze tra uomo e donna in fatto di gossip. In realtà, sarebbe meglio dire che loro non sanno assolutamente trarre beneficio dal benché minimo pettegolezzo. Nemmeno se è esplosivo.

-Amore, sai che Spilungone e Gallinella... si sono mollati?!?-
Opzione 1:
-Ah sì?-
-Eh già, pensa, dopo 12 anni!-
-Mmm-.
Fine del discorso.
Opzione 2:
-Sì sì, lo so-
-MA COME, e non me l'hai detto?!?-
-Be', non è una cosa di trascendentale importanza.
-.-'

Per noi fanciulle, invece, il gossip è un'arte. Beato il venerdì sera che ci permette di aggiornarci tra donne sulle news in circolazione!! :-D
Ma visto che non ci arrendiamo mai, ogni tanto torniamo alla carica e tentiamo di avvicinare il nostro lui all'arte e al piacere del pettegolezzo facile. Io, perlomeno, ci provo ancora.
Si dà il caso che sabato sera io e il maritino fossimo invitati a cena a casa di amici e ci fosse anche una ex amica. Lì abbiamo appreso che il giorno dopo sarebbe partita per una vacanza in montagna, cosa assai strana per una maniaca del mare e della tintarella.
-Amore, hai sentito che l'ex amica se ne va in montagna?-
-Mmm-
-Strano no? Non è da lei!-
-Mmm-
-Be' sì, per una che ha tra i principali obiettivi della vita quello di essere nera 365 giorni l'anno non è proprio la solita vacanza! (l'altro è quello di avere la taglia 38, ndr :-D)
-Ma perché, insomma, e poi non dire certe cattiverie!-
-.-'
Ok, detta così, senza contestualizzare, può pure sembrare che abbia ragione lui. Ma vi dico giusto qualche dettaglio:
1. la suddetta si è presentata alla cena fresca di lampada, talmente viola da essere pure un po'gonfia;
2. qualche anno fa siamo andati al mare in compagnia e tra tutti la più abbronzata era MMA (Mia Migliore Amica)... cosa che alla signorina di cui sopra non garbava per nulla, quindi spesso le si sedeva vicino e confrontava palesemente la tintarella... fino ad arrivare a chiderle di fare una foto ai loro piedi vicini in modo da poter controllare ancora meglio!!!
3. sempre al mare, alla suddetta è spuntato un eritema pazzesco dovuto all'uso costante di olio super abbronzante e crema Nivea... ma invece che smettere di prendere il sole, ha continuato imperterrita pur morendo di prurito!
Ora ditemi se non ho ragione... ;-)

Comunque, per concludere, domenica pomeriggio ci siamo ritrovati al lago con parte degli amici che avevano partecipato alle cena. Non appena gli uomini si sono addormentati o sono andati a fare un giro, una di noi è partita con i commenti sulle coppie che secondo lei sono in procinto di scoppiare... e via di congetture! Poveri uomini, non sanno proprio cosa si perdono!!! :-D 


 
Se siete a corto di letture, ecco i link dei miei nuovi articoli... :-)

venerdì 29 luglio 2011

Sul piatto della bilancia

Eccomi qui care le mie fanciulle, rincoglionita in stato comatoso a causa di un imprecisato numero di ore di sonno arretrato. Ma ho troppa voglia di scrivere questo post per fare un po' di ordine nella mia affollatissima mente. Dunque, facciamo che oggi metto un po' di cosette avvenute negli ultimi giorni sul piatto della bilancia, giusto per vedere se devo considerare il mio bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Vediamo il lato positivo, suvvia...

- perché durante queste feste patronali hai riso tantissimo;
- perché sempre durante le suddette ti sei presa la mega soddisfazione di servire un tipo strafottente che non sopporti da anni... cercando appositamente il panino più piccolo in assoluto dove mettere il suo cotechino... e l'hai pure visto tornare - evidentemente affamato - con un nuovo ordine (sì, sono stata un po' infame... ma certe cose NON HANNO PREZZO, non trovate? :-D );
- perché hai risposto per le rime alla classica signora cafona che sosteneva di aspettare "da due ore" (cioè 7-8 minuti) le sue patatine, dicendole senza scomporti di stare calmina e rispettare chi stava lavorando da 4 ore no stop... e l'hai vista abbassare gli occhi... cafona colpita e affondata!
- perché hai detto con prontezza alla "collega" del servizio che ti spintonava per ciularti i biglietti da sotto il naso pensando di ricevere il premio "donna solerte 2011" che il tal signore lo servivi tu visto che si trattava di tuo cugino (e che stava porgendo senza ombra di dubbio il suo biglietto a te);
- perché sei riuscita a stare un'intera serata praticamente gomito a gomito con le due ex-amiche che più ti hanno fatto del male (leggi qui e qui) senza quasi perdere la serenità, e soprattutto vedendole abbassare gli occhi mentre tu sostenevi senza problemi il loro sguardo (sì, siete stronze ma senza palle :-P);
- perché la mamma del tuo nuovo alunno ti ha detto che vorrebbe tanto che seguissi suo figlio anche durante l'anno scolastico;
- perché tua cugina, che notoriamente non è una che si profonde in complimenti, ha letto i tuoi articoli e ti ha detto: "Hai proprio un dono, sono belli e interessanti", facendoti credere - per una frazione di secondo - nelle tue potenzialità.;
- perché hai guardato i fuochi d'artificio con il maritino ed è sempre una cosa romantica ;-) .

Ma mica posso riservarvi solo melensaggini, quindi...

Nella vita il lato negativo non manca mai:
- perché - sempre durante il servizio-festa - l'unica volta che hai buttato il biglietto prima di consegnare l'ordine la signora (che ti sta sul cazzo ampiamente) ha sostenuto che erano segnate anche due vaschette di patatine (cosa non vera, ci metteresti la mano sul fuoco) e ti è toccato pure dargliele;
- perché non sei riuscita a rispondere a tono ai "patatari", che sentenziavano su come gestire gli ordini ma avevano come unico compito quello di riempire le vaschette di patatine... e probabilmente alle prese con 5 ordini diversi sarebbero andati in tilt, 'sti stronzi (da notare il clima amorevole che si crea quando si fa volontariato, ndr);
- perché la tipa simpatica come un brufolo nelle parti intime di cui parlavo sopra ("donna solerte 2011") è riuscita a pestarti un piede con grazia da elefantessa e tu avevi le infradito;
- perché sapevi che ieri sera c'era la festa per quelli del servizio, ma ti sei ritenuta erroneamente invitata e poche ore prima di andare hai scoperto che valeva solo per "gli anziani" mentre i giovani erano esclusi... e indovina un po', il maritino, ormai 32enne, era stato esplicitamente invitato... tu no!! Son robe che non si possono sentire... Il maritino ha cercato di convincerti ad andare dicendo che era tuo diritto accompagnarlo in qualità di moglie, ma ti sei rifiutata categoricamente (e alla fine non è andato nemmeno lui, ndr). A me ste cose per cui ci sono persone che vengono ritenute più vip di altre mi fa imbestialire, sappiatelo;
- perché bisogna vedere se il tuo alunno supera gli esami dei suoi 3 debiti prima di pensare al nuovo anno scolastico;
- perché nonostante tutto ancora non ci credi di avere un pizzico di talento, e allora hai bisogno di continue conferme;
- perché sei stanca morta e sei rimasta irrimediabilmente indietro nelle faccende domestiche.

Voi che dite, il bicchiere è mezzo pieno... o mezzo vuoto?! ;-)