venerdì 30 settembre 2011

Grazie perché...

Avevo 18 anni quando mi sono messa con lui. Non mi sentivo particolarmente bella, né particolarmente interessante. Lui aveva 6 anni più di me ed era considerato un figo strepitoso.
Ho pianto mesi credendo che non avrei mai potuto averlo. Lui usciva da una storia che l'aveva segnato, io da una storiella di poca importanza che mi aveva lasciato solo un po' di amarezza.
Ma lui la sera di Natale mi ha baciato, e lì tutto è cambiato.
Per mesi mi sono comunque portata dietro tanta insicurezza: la paura di essere per lui solo una ragazzina, di non essere all'altezza della sua ex.
Un giorno gli ho chiesto di scegliere una canzone per noi, che fosse la nostra canzone. Mi sembrava una cosa importantissima.
Lui ci ha pensato e alla fine ha scelto questa:


Ero contenta: non tanto perché avessi riflettuto sulle parole, ma perché mio padre adorava la versione inglese. Mi sembrava di buon auspicio.
Stasera l'ho risentita alla radio. Ho pensato che sono parole meravigliose, tra le più belle messe in musica. Che lui con questa canzone aveva già voluto dirmi tanto.

Lui adesso è mio marito. Ed è la cosa più grande e importante che ho.

giovedì 29 settembre 2011

Da piccola

Io il primo giorno d'asilo non ho pianto. Non dico che me lo ricordo come se fosse ieri, ma comunque ho dei frammenti di quella giornata ben vivi nella mia memoria. Ero tranquilla. Mi guardavo in giro in cerca di qualcuno che mi ispiarasse simpatia, finché ho visto lei, una bella bimba tutta elegante con un cappellino chic. L'ho guardata, mi è piaciuta, quindi sono andata verso di lei e le ho detto: "Vuoi essere mia amica?". Lei ha risposto di sì, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ed è stata un'amicizia vera, almeno per i due anni d'asilo che abbiamo frequentato insieme.

Quand'ero in quarta elementare sono stata operata di appendicite. Ricovero d'urgenza la domenica delle Palme, intervento fissato per il martedì. Dopo l'anestesia ricordo di essere stata portata in sala operatoria, di aver visto le luci disposte a cerchio sopra di me, di essermi addormentata placida e serena. Mia madre dice che concluso il tutto mi ha riportato in camera in braccio un infermiere gnocco, e io non mi volevo più staccare. Mica scema eh.

Penso a queste cose e deduco che:
- da piccola sapevo scegliere con più accortezza le mie amicizie;
- da piccola ero decisamente intraprendente.

Allora mi chiedo: dov'è finito tutto quel coraggio? Quella forza, quell'indipendenza? Chi è questa donna incerta che non riesce bene a delineare il suo futuro?
Urge scoprirlo presto.

martedì 27 settembre 2011

Del doman non v'è certezza (ma dell'oggi, un po', sì)

Quello appena trascorso è stato un buon week end. Ho rivisto varie persone che mi fanno stare bene, ho sentito di essere capita. Non c'è niente di meglio che sentire qualcuno che esprime i tuoi stessi pensieri esattamente come tu li hai pensati. Venerdì sera sono uscita con alcuni ex compagni delle superiori, quelli con cui anche se sono passati 7 anni dal diploma ti sembra ancora di condividere le giornate, tanta è la confidenza che è rimasta. Tutti studenti con ottimi profitti, ora precari/precarissimi. E c'è questa mia amica psicologa che si è appena iscritta alla scuola di specializzazione e fa i miei stessi identici ragionamenti. E' sufficiente per tornare a casa verso le 2 cantando a squarciagola con il mio I-Pod tarocco nelle orecchie.
Sabato sera invece grande trasferta a Milano di tutta la maritino's family, noi+zii+cugini a trovare l'unico zio+cugino fuori provincia. Pizzata in compagnia e giretto sui Navigli, chiacchiere e sorrisi. Anche sentirsi una famiglia ha grandi lati positivi sull'umore.
Per concludere in bellezza, domenica sera cenone a casa Imperfect con (quasi) tutti gli ex compagni di università. L'incertezza sul futuro, condita da aneddoti e risate, fa un po' meno paura.

Nel marasma di affetto che mi ha circondato in questi giorni, mi è comunque chiaro che non ho ancora ben deciso che direzione dare alla mia vita (lavorativa). Però perlomeno mi è anche chiaro quali sono i miei punti fermi e tutto quello a cui non potrei mai rinunciare.

venerdì 23 settembre 2011

Settembre

Nella mia testa c'è sempre un gran casino eh. Ed è talmente intricato che facciamo che me lo tengo per me e vi aggiornerò non appena vedrò le cose con un po' più di chiarezza.
Io comunque do sempre la colpa al mese di settembre. Davvero, per me settembre è il mese peggiore dell'anno. E' sempre stato così, credo. O almeno a partire dai miei 12/13 anni. Rientrare a scuola dopo le vacanze era veramente tragico. Mi sembrava di essere chiusa in una bolla, incapace di riappropriarmi pienamente di quella realtà fatta di banchi e professori e compiti a casa.
Il settembre 2004, che in teoria avrebbe dovuto essere bellissimo visto che avrei iniziato l'università a ottobre e per la prima volta me lo sarei potuto godere alla grande, è stato all'insegna dell'angoscia: ad agosto ero stata in Brasile per 3 settimane di volontariato e al rientro ero stordita dal cambio di ambiente e dalle sensazioni che mi portavo dietro, oltre che da vari stupidi problemi di salute che però io vedevo ingigantiti.
C'è stato anche il settembre 2008 veramente brutto, con mio fratello che rivoluzionava la sua vita, mia madre che si sfogava con me assillandomi, io che non mi raccapezzavo tra un maxi esame da dare, il piano di studi da organizzare, l'idea del matrimonio che affiorava già.
Ecco perché quand'ero all'università cercavo sempre di lasciare un solo esame per settembre: era già abbastanza dura preparare quello, qualsiasi esso fosse.
Quindi non so, facciamo che attribuisco la colpa del mio subbuglio mentale al mese di settembre e spero che passi presto (sono solo altri 8 giorni, giusto?!).
Che poi io oggi ci ho provato a rilassarmi e a coccolarmi: il maritino non tornava per pranzo e io invece che cucinare me ne sono andata a fare una lampada, così, giusto per mantenere l'abbronzatura africana. Ed ecco che quasi subito mi sono venute le palpitazioni, ho resistito per un po' ma ho dovuto uscire 2 minuti prima dello scadere del tempo e sdraiarmi a terra in preda a un mezzo svenimento. Eccheccazzo. Ok, io farò al massimo 4-5 lampade l'anno proprio perché non le amo, ma una reazione così non mi era mai capitata.

Ottobreee, DOVE SEI?! ;-)

lunedì 19 settembre 2011

Mutatis mutandis

Voglio e devo prendermi una pausa dalle mie elucubrazioni mentali e dal conseguente caos che regna nel mio cervello. Quindi stasera mi dedico alle cazzate e le propino anche a voi, perché non sia mai che io mi rallegri senza rendere partecipi le mie amiche blogger. :-D
Dunque, si dà il caso che oggi a pranzo io e il maritino ci stessimo gustando un buon risotto, parlando del più e del meno, con la TV in sottofondo. Ed ecco che arriva la pubblicità. Giuro, io anche ripensandoci quasi non ci credo. Compare una tizia che dice all'amica: "Ora vado a cambiare gli slip" (forse non sono le testuali parole, ma ci si avvicinano molto), quella le sorride felice e insieme iniziano a disquisire su quanto-è-bello-questo-nuovo-salva-slip-che-cambiarlo-è-come-cambiare-le-mutande. o_0 Cioé no ma parliamone. Io ho varie amiche con cui c'è una grande confidenza, ma mai - E DICO MAI - mi verrebbe in mente di dire loro con nonchalance che mi sto per andare a mettere un nuovo salva-slip. Ma su, un po' di dignità!! Dopo i vari pruriti intimi che vengono addotti come scuse per il ritardo (io sono una ritardataria cronica, ma piuttosto di dire a una mia amica che la causa è dovuta alla Jolanda Prudens mi invento che ho sbattuto il mignolino nello spigolo della porta e ho inveito per 2 ore consecutive), ecco che ci mancava il cambio-abito delle parti basse. Perché la nostra amica non può pensare che ce ne andiamo in bagno a espletare normalissimi bisogni corporali, NO. Lei deve sapere esattamente cosa andiamo a fare, altrimenti che amicizia priva di sincerità è la nostra?! Eh?!
Detto questo, io deduco che non ho amiche vere. :-D

Per dovere di cronaca, però, devo ammettere che anch'io ho avuto a che fare con donne bisognose di confidare i loro più reconditi problemi intimi. In quarta o quinta superiore, per esempio, una compagna con la quale non è che avessi molto feeling durante un'ora di supplenza mi si è seduta accanto e ha iniziato a dirmi che non si sentiva molto bene. Le ho chiesto cos'avesse e lei ha iniziato a dire cose come:"Eh sai, questo week end sono stata dal mio uscente...". Io, ingenuotta, non capivo dove volesse andare a parare, finché quella, con una voce piena di pathos, mi fa:"Insomma ho un'infezione, proprio lì" guardandosi insistentemente in mezzo alle gambe. -.-' Ancora mi sto chiedendo per quale motivo avesse voluto rendermi partecipe di cotanto gaudio, ma va beh.

Però alla luce di questi fatti vorrei farvi una domanda:

(no, non se c'avete la Jolanda Prudens, per carità)

...ma voi direste ad un'amica che state andando a cambiarvi le mutande?!? o_0

venerdì 16 settembre 2011

Colpi di testa

Sì, sto per fare un colpo di testa. Ma non l'ho ancora fatto, perciò se pensate che io stia compiendo uno sbaglio madornale avvisatemi, please. Riempitemi il blog di commenti e la casella mail di messaggi minacciosi. Siate convincenti, perché pare che ormai la decisione sia presa. Dal mio cervello e dal mio cuore, senza che mi abbiano consultato. Io infatti sono spaventata a morte.
Dunque, non so nemmeno da dove cominciare. In realtà il pensiero mi sfiora da un po', ma fino a martedì era appunto solo uno "sfiorare". Ieri invece mi è partito l'embolo, e ho deciso in men che non si dica. Siete curiose, lo so... ecco, uff... mi riiscrivo all'università. L'ho detto. Cioè, ma roba da matti. Sono passati quasi due anni dalla mia laurea magistrale. E avevo giurato che non avrei più dato un esame in vita mia.
E però. Però a quasi due anni dalla laurea sono ancora qui, senza aver fatto molti passi avanti. Di mettere tutto nel cassetto non mi va. Ma pare che con un anno e mezzo di ulteriori fatiche io possa integrare gli esami che mi mancano per poter accedere all'insegnamento. Già. E non ditemi che il mondo della scuola è pieno di precari, perché tanto ormai va così in tutti i settori. Gli unici miei ex compagni che hanno un minimo di stabilità sono proprio quelli che hanno preso questa via. Poi magari me ne pentirò amaramente eh, che d'altronde nel mondo del lavoro, almeno in Italia, ci vuole solo una cosa: il culo. Questo sarà l'ultimo tentativo prima che mi decida ad aprire una pasticceria.
:-D Sì dai, fatemi ironizzare un po' se no piango. Son due giorni che piango. Un po' piango e un po' son contenta, perché mi sembra di aver tirato fuori le palle per riprendere in mano la mia vita lavorativa. Sono stanca di aspettare, almeno così avrò l'illusione di star facendo qualcosa. Continuerò con le mie lezioni private, sia chiaro, e darò gli esami da non frequentante. Anche un po' alla cazzo, sì, chissenefrega del voto. Mi prendo il pezzo di carta che mi serve e via. Che poi sono convinta che tutta sta faccenda dei crediti sia una boiata assurda e che uno per insegnare bene debba smazzarsi sul campo, ma va beh. Volete il pezzo di carta? Lo avrete. Ecco, questo è quello che penso quando prendo coraggio. Nel resto del tempo piango e mi dispero e mi chiedo se ce la farò.
Meno male che c'è lui, che alla notizia, detta così di punto in bianco senza che gliene avessi mai accennato, non ha battuto ciglio e ha detto: "Ok, per me va bene. Io ti aiuto, per quello che posso. Un anno passa in fretta". Lui è proprio speciale, lo so.
Domani è l'anniversario dei miei, e io per rallegrarli gli porto in dono la bella notizia. Che minimo gli viene un colpo, a tutti e due. Cioè, sti poveretti hanno visto mio fratello laureato e con un bel posto di lavoro arrivare un giorno e dire:"Io ho deciso di entrare in seminario". A 26 anni. Io a 26 anni mi riiscrivo all'università. Per fortuna che son sposata, se no si prendono un biglietto sola andata per Honolulu. E anche qui scherzo, perché in realtà ho paura della loro reazione: perché da quando si è capito che la mia situazione lavorativa non era prossima allo sblocco li ho visti spesso preoccupati. Si sa come sono i genitori, non son tranquilli finché non ti vedono sposata e con un posto fisso. Per il primo punto mi sono impegnata, per il secondo purtroppo non dipende da me. Ma nei momenti di sconforto ho avuto paura di leggere nei loro occhi:"Oddio, nostra figlia è una fallita". La figlia perfetta, quella che ha sempre viaggiato come un treno con i suoi votoni, che non ha mai perso un colpo. E adesso è una povera disoccupata, almeno per la legge. Applausone. Poi mi dispiace soprattutto per mio padre, che è uno che mi ha sempre insegnato che con l'impegno si ottiene tutto, che mi ha sempre detto:"Studia, e studia quello che vuoi, vedrai che soddisfazioni". So che soffre, per me e forse anche perché si sente in colpa. Per avermi detto cose che non si sono rivelate vere. E invece io vorrei dirgli che comunque ha ragione, perché nonostante tutto non tornerei indietro, e infatti vado avanti. Però vorrei dirglielo serenamente, non piangendo a dirotto come in questo momento. Va beh, domani si vedrà.
Ora vi ho ammorbato a sufficienza e me ne vado a letto. Vorrei anche dirvi che ho lavato il pavimento della lavanderia alle ore 00.00. Così, giusto per distrarmi.

Lo so che vi chiedete donde sia venuto sto colpo di testa. E' successo che ho mandato una mail a un mio ex prof, coordinatore di facoltà, chiedendogli quanti crediti della specialistica potevano tenermi buoni. Giusto per sapere. E lui mi ha risposto 66, cioè più di un anno di studio. Gli ho risposto tante grazie, che era una bella notizia, ma ci avrei pensato per il prossimo anno visto che ormai le iscrizioni eran chiuse. E invece lui mi ha detto che fino al 30 novembre c'è la possibilità dell'"iscrizione tardiva", quella per i tardi come me, in sostanza. Mi è sembrato un segno del destino: vai Imperfect, questo è il tuo momento, prendilo al volo!
Avrò ragione?! Lo scopriremo solo vivendo... -.-'

mercoledì 14 settembre 2011

Tipologie di mamme (dei miei alunni)

Sono mesi che mi propongo di scrivere questo post, perché negli anni ho accumulato un campionario abbastanza vasto. ;-) Premetto che attualmente adoro tutte quelle che chiamo affettuosamente "le mie mamme", ma comunque non posso fare a meno di notare alcuni loro difettucci. Ovviamente quelle che, a conti fatti, hanno meno pregi che magagne, vengono irrimediabilmente scaricate.

La cafona arrivista: se la conosci la eviti: infatti me ne sono liberata dopo pochi mesi. La mamma in questione è ricca e spocchiosa, perciò convinta che il mondo ruoti attorno a lei. Ti fa sottilmente notare che in fondo devi ringraziarla se ti fa lavorare, è pretenziosa e si impiccia in ciò che fai limitando la tua libertà d'azione. Inneggia ai veri valori della vita e sostiene di insegnarli al figlio, salvo poi urlare come una scaricatrice di porto quando lui non la ascolta o sussurrargli:"Dai amore-tesoro-caro, studia così poi diventi notaio e la mamma ti compra uno studio grandissimo pieno di impiegate che fanno quello che vuoi"*.
Generalmente ha un figlio maleducato e convinto che tu sia al suo servizio, oltre che intellettivamente poco dotato (e che perciò notaio non diventerà mai).
Ovviamente i fallimenti del principino di famiglia - che ha 2/3 nomi aristocratici - sono imputati a te.
La tipologia è inoltre da evitare perché la mamma riccona ha il braccino corto, al punto di pagarti con le monetine per non darti un centesimo di mancia.

L'apprensiva ansiotica: vorrebbe che il figlio scavezzacollo fosse invece sempre preparatissimo, ha il terrore che lui le nasconda di avere una verifica proprio il giorno dopo e si affida a te come al Padre Eterno, usandoti spesso anche come psicologa personale: si fa infatti consigliare pressoché su tutto ciò che riguarda la vita scolastica del pargolo (e non solo), dandoti certo innumerevoli soddisfazioni. Tranne quando ti chiama durante o dopo cena tenedoti al telefono mezz'ora, o quando ti rincorre mentre te ne vai e sono già le 8 di sera.

La ritardataria cronica: arriva sempre con minimo 10 minuti di ritardo e scarica la colpa sul figlio. Viene a riprenderselo con un ritardo ancora maggiore invocando terribili cause sovrannaturali. E' quindi consigliabile appiopparle le lezioni di fine giornata. Di solito si sente terribilmente in colpa per la sua mancanza di puntualità e si scusa per mezzo di mancette o regalini. Se invece non si scusa mai è una cafona e va scaricata.

L'insicura: si porta dietro un bagaglio di insicurezze risalente al suo passato scolastico non proprio impeccabile. Vorrebbe che il figlio fosse un genio per riscattare i suoi fallimenti e il fatto che lui invece non lo sia la scaraventa in un pessimismo apocalittico. Chiede continue conferme e le tue rassicurazioni la rasserenano.

La castrante: sostiene che il figlio è un senza-palle (ahimé anche davanti a lui) e non si rende conto che è il suo fare aggressivo a privarlo degli attributi. Lo sottovaluta e non lo ritiene capace di organizzarsi, quindi pensa a tutto lei, al punto che lui a malapena sa quando deve venire a lezione. Di positivo ha che perlomeno crede in te e spera che tu sia in grado di restituirle un figlio migliore.

La mamma fantasma: non si vede e non si sente: porta il figlio senza scendere dalla macchina, lo viene a riprendere e fugge via senza parlarti. Non sai se le interessi sapere come stanno andando le cose e quindi ti chiedi per quale motivo continuiate il vostro rapporto lavorativo. Hai il dubbio che ti usi solo come baby sitter.

La severa dolcissima: altrimenti detta mamma ideale. Alla categoria appartiene chiaramente mamma B. Sebbene la definizione sembri ossimorica, in realtà i due concetti si sposano a meraviglia: sa essere severa e tiene molto all'istruzione dei figli, ma al contempo sprigiona dolcezza sia con te che con loro. E' capace di crescerli equilibrati e sebbene abbiano qualche difficoltà scolastica sa coltivare la loro autostima, rendendoli consapevoli dei propri limiti ma comunque sicuri di se stessi. Ti adora e ti riempie di attenzioni ripetendoti spesso:"Come faremmo senza di te!". Anche tu la adori, è ovvio.
(Non serve dire che questa è la mamma che in un futuro vorrei essere io).

*Giuro che la frase in questione è stata realmente pronunciata. No, non ci crederei nemmeno io se non l'avessi sentita con le mie orecchie. Sì, impiegate di tutto il mondo, unitevi e lapidatela.

Se vi va, mamme blogger, ora potete dirmi a quale categoria pensate di appartenere voi. ;-)

lunedì 12 settembre 2011

Pensieri sparsi

Ho passato un bel week end. Bello perché sereno. Perché a lui brillavano gli occhi, in certi momenti. Perché ho capito di essere riuscita a passare sopra a certi rancori. Perché a volte, anche con le amiche più care, metto barriere che proteggono i miei veri sentimenti... ma questo week end no. Perché oggi un aperitivo sul lago con gli amici veri mi ha fatto riassaporare la sensazione di non voler essere da nessun altra parte. Perché c'era la luna, ed era bellissima.

Definisco bello un sabato in cui ho passato più di tre ore pulendo una tapparella. Ogni tanto mi chiedo preoccupata quando sia venuto a galla il mio spirito casalingo. Due anni fa non ero così, lo giuro. Pulivo a malapena la mia camera.

Non ho abbastanza tempo per fare tutto quello che vorrei. Ma cerco di prenderla con filosofia.

Perché tutte le volte che mi soddisfo mangiando con gusto poi mi ritrovo con un mal di testa colossale? Mi serve una limonata.

In vacanza sono stata molto poco nottambula. Mi è bastato tornare a casa per riprendere a fare le ore piccole.

L'estate sta finendo. 'Sta cosa un po' mi piace e un po' no.

L'11 settembre 2001 ero in cucina a fare i compiti. Maledivo mentalmente mio fratello che faceva zapping in soggiorno disturbandomi. Poi le prime immagini del disastro. Lui che urlava:"Un aereo ha colpito le torri gemelle!". Mia madre che stirava al piano di sotto e balbettava sconcertata. Mia madre che negli USA ha vissuto due anni, appena sposata. Che negli USA ci ha portato suo padre mezzo morto e se l'è visto restituire. Malato ma in grado di vivere ancora 15 anni.
In diretta abbiamo visto lo schianto del secondo aereo. Abbiamo capito che non trattava di un incidente.

A giugno dello scorso anno ero al World Trade Center. Guardavo in silenzio la nuova torre in costruzione. Respiravo l'aria della rinascita.

Stasera la giornalista del Tg2 dopo il servizio di commemorazione aveva gli occhi lucidi e parlava a fatica.

Ho visto "Terra". Io ADORO Toni Capuozzo e il suo modo di raccontare.

Perché quando io stendo fuori piove sempre? Tipo in questo momento?

Nel bene e nel male, la vita va avanti, sempre.

giovedì 8 settembre 2011

Tornare alla realtà

Settembre per me è sempre stato il mese più duro dell'anno. Il rientro dalle vacanze mi ha sempre pigliato male. Stavolta è pure peggio, forse. Ma siccome non voglio tediarvi (e tediarMi) con le mie paturnie, posterò a grande richiesta qualche fotina africana. Giusto per ricordarmi la filosofia "Take it easy" che ha caratterizzato la vacanza. Miodddio, ho già voglia di ripartire... è grave?! o_0



Ecco, dopo aver rivisto le foto sto già meglio! ;-)

lunedì 5 settembre 2011

In aereo

Io adoro i mezzi di trasporto. I treni (sì, ok, con Trenitalia questa adorazione viene messa a dura prova), ma soprattutto gli aerei. Salire su un aereo mi provoca sempre una scarica di adrenalina, l’idea di poter attraversare il mondo in poche ore per me ha qualcosa di magico.
Il maritino viaggia in aereo perché non ha alternative. Dice spesso che vorrebbe fosse stato già inventato il teletrasporto. Anni fa una settimana prima del volo iniziava ad essere taciturno e di cattivo umore, convinto di avere poche probabilità di sopravvivere. :-D Ora si è abbastanza abituato, ma l’aereo non gli piace punto e stop.
Per esorcizzare la paura si diverte a terrorizzare gli altri passeggeri. Quest’anno è toccato ad una povera ragazza che attendeva di salire le scalette prima di noi. Un tizio è passato sotto l’ala ed è stato aborrito dalla hostess, al che lui ha commentato: “Eh cavolo, non si può camminare sotto l’ala, metti che cada”. Non contento, ha poi precisato serafico: “Però, è proprio sicuro questo aereo eh?!”.
La tipa lo ha guardato sgomenta, ma va beh. (ah, sì, forse lo sgomento era per il suo cappello da cowboy ricordo degli States che ha voluto a tutti i costi indossare per l’occasione).
Io per esorcizzare la sua paura lo distraggo osservando gli altri passeggeri e facendogli notare i più strani. Questa volta il Nobel l’ha vinto la coppia più appiccicosa della storia, da noi soprannominata Hard Lemon. Giuro, non ho mai visto tanta lingua in vita mia.
Comunque, dopo il momento adrenalinico a me prende l’abbiocco. Tipo che nel viaggio d’andata ho dormito 11 ore su 12. Sono scandalosa, lo so.
I miei peggiori nemici in aereo sono due:
1. il cibo. Perché puzza, cazzo. Lui dice che sono paranoica e si mangia anche la mia parte, ma io capisco che stanno per portare i vassoi già dieci minuti prima a causa dell’odore che sento diffondersi. Non so se siano le vaschette calde o cos’altro. So solo che a pensarci sto male. Infatti il momento dei pasti è l’unico in cui sto sveglia, con il naso ficcato nella coperta, pregando che passino presto a ritirare i vassoi.
2. le turbolenze. Ho lo stomaco debole e certi su e giù me lo fanno letteralmente attorcigliare. Ricordo ancora il volo verso il Brasile, con 6 ore su 12 di tempesta. All’atterraggio piangevo disperata convinta che sarei morta presto.
Il suo peggior nemico è uno solo, ed è rappresentato dai passeggeri che dormono beatamente. Questo perché:
a)      gli impediscono di alzarsi continuamente come vorrebbe;
b)      gli ricordano palesemente che lui è il povero sfigato che non riesce a chiudere occhio.
In pratica, il suo peggior nemico sono io. :-D Quanto parla di me in aereo dice sempre sarcasticamente: “Eh be’, lei è proprio di compagnia”.

Ok, tutto questo per dire che sono tornata. Che l’aereo ha fatto il suo dovere anche questa volta, insomma. Mi siete mancate, ma ora adsl permettendo* recupererò il tempo perduto.

*Al ritorno ho avuto molte esilaranti sorprese, tra cui bollette da pagare, macchina rumorosa come un trattore e decisamente bisognosa di un meccanico, e appunto telefono e adsl guasti. Ditemi se non ci può essere una disgrazia maggiore per una che è stata senza internet già più di due settimane. Al momento vado a scrocco dei miei, ma visto che non posso bivaccare in casa loro i miei tempi di navigazione sono abbastanza ristretti. Pregate con me che mi sistemino tutto al più presto. ;-)