domenica 27 febbraio 2011

Amicizie che vanno, amicizie che vengono

Ieri mi sono trovata per una chiacchierata con un' "amica" con cui da un po' di mesi ci si frequenta molto meno. Fidanzata di un amico col quale ero legatissima, ma che per alcuni comportamenti deludenti da un paio d'anni a questa parte mi è abbastanza scaduto. Il tema dell'incontro era "chiarimenti e delucidazioni in merito al nostro allontanamento". ;-) Posto che oramai devo ammettere che di ricucire il rapporto (con entrambi) mi importa molto relativamente, essendo io dell'idea che quando certe persone ti deludono parecchio è quasi impossibile riuscire a "riabilitarle", ci sono un paio di cosette che voglio scrivere qui per potermele venire a rileggere anche in futuro e fare le debite riflessioni.
Allora, quello che più mi ha shockato di questa chiacchierata è stato il notare come alcuni episodi avvenuti in passato siano stati rielaborati dalla mente dell'amica in questione in maniera decisamente libera. Ascoltando alcune cose pensavo: "Ecco quando si parla della manipolazione della realtà...". Ritengo di avere una memoria abbastanza ferrea, ma per averne la certezza ho chiesto pure conferma ad ulteriori amici. Sentirmi raccontare certi fatti in modo distorto mi ha spiazzato, perché ok, ho cercato di dare la versione reale da me ricordata, ma quando vedi che una persona stravolge le cose con tanta facilità non puoi non restare perplesso. E non puoi che andartene con l'amaro in bocca: chiarire è impossibile se le situazioni vengono ribaltate e stravolte. Poi ti fai pure domande psico-esistenziali del tipo: "Esiste una realtà o ce ne sono sono varie versioni, quelle che ci costruiamo nella nostra mente?!".
Detto questo, sono tornata a casa con la promessa tenerci in contatto per rivederci ancora, almeno ogni tanto, e con un fastidioso senso di malessere per l'impressione di non essere riuscita a spiegarmi del tutto.
Il maritino, che è una persona molto più saggia ed equilibrata di me, dopo aver ascoltato il mio estenuante racconto se n'è uscito con una frase breve ma efficace: "Adesso siamo sposati, mia ImperfectWife, ci siamo io e te e l'importante è che stiamo bene fra noi, tutto il resto passa in secondo piano". Mi ha fatto tornare  il sorriso, almeno un po'. Io e lui ci bastiamo, e questo è un dato di fatto. :-)
So che devo imparare a basarmi meno sul giudizio degli altri, a sbattermene dell'invidia e della cattiveria che - come in questo caso - altre persone hanno goduto a seminare.
Devo davvero pensare che il mio matrimonio oggi come oggi è la cosa più bella che ho e il resto è un contorno a cui devo dare meno importanza. Che comunque gli amici veri ci sono e su di loro potrò sempre contare. Però quanto è difficile?!

giovedì 24 febbraio 2011

Bipolarismo e sensi di colpa

Succede che il mio carattere contraddittorio a volte riesce ancora a farmi stupire di me stessa. Ehsssì. Credo di essere affetta da una forma di bipolarismo raro e preoccupante. Cioè, è vero o non è vero che quasi quotidianamente assillo pure voi con la mia ansia da moglie-mancante-principalmente-di-un-lavoro-dotato-di-contratto? Ebbene, mi capita anche di essere colpita da attacchi di angoscia all'idea di essere chiamata per un impiego full time che mi impedirebbe di continuare a seguire i miei numerosi e amatissimi alunni. Credo di avervi già detto che mi piace farmi ultra particolareggiati film mentali. Ecco, quando mi spingo a fantasticare su un meraviglioso lavoro in una rinomata casa editrice mi vedo in lacrime a salutare i miei adepti e a giustificarmi con le famiglie per il repentino abbandono. E soffro, porca tr..., soffro pure mentre mi immagino tutto nella mia mente malata. Sono patologica, lo so.

Per giunta, in questi giorni mi rendo sempre più conto di quanto i sensi di colpa siano parte integrante della mia vita. Io ho sensi di colpa nei confronti di tutti, cazzo. E dico di TUTTI, anche di Gino di Telecom Italia al quale ho messo giù la cornetta in modo frettoloso.
Ho immani s.d.c. nei confronti del maritino, che costringo sempre più spesso a cenare dopo le 8 a causa delle mie lezioni che si protraggono ormai oltre il limite del consentito. Oddio, gli ho detto più di una volta che può benissimo iniziare a mangiare senza di me, ma lui - che è un marito caro e affettuoso ;-) - vuole proprio aspettarmi. Anche se non sempre riesce a dissimulare il disappunto, come stasera. E mi dice: "Ma insomma, digli che finisci mezz'ora prima! Hai una famiglia!". Appello disperato che purtroppo non riesco a raccogliere, dato che, ebbene sì, ho enormi s.d.c anche nei confronti dei miei alunni, perché magari sono andata via senza che sapessero la lezione a menadito o senza puntualizzargli quell'importante concetto, o perché mi hanno chiesto di fare un'ora in più questa settimana ma proprio non so dove piazzarli.
E poi ho s.d.c nei confronti di mia mamma quando non le dedico abbastanza tempo, di mia suocera quando la saluto frettolosamente, della mia cagnolina - it's incredible :-o -quando scappo senza accarezzarla...
Sono grave, decisamente. ;-)

mercoledì 23 febbraio 2011

Chicche di mamma

Stamattina è passata a trovarmi la mother. Prima che se ne andasse riflettevamo sul fatto che tra un mese e mezzo compirò 26 anni (:-o oh mamma, davvero?!?). Poi lei se n'è uscita con questa frase: "Alla tua età io credevo di essere tremendamente in ritardo. Non avevo ancora figli e non avevo un lavoro. Poi, nel giro di un anno, ho avuto tutte e due le cose".
ALLORA C'E' SPERANZA ANCHE PER ME!!! ;-)
Premetto che, come ho scritto in altri post, non avrei intenzione di rimpolpare a breve la famigliola. Per quanto riguarda il lavoro invece, Dio benedica le ripetizioni, probabilmente l'unico mercato in crescita di questi tempi, ma se arrivasse anche qualcos'altro di concreto qui non si piangerebbe eh!!
Detto questo, la riflessione che mi è balenata nella mente dopo la chicca della mother è che da un giorno all'altro molte cose possono cambiare. In bene, oppure in male. E che non voglio perdere la mia serenità in attese febbrili. Voglio godermi quello che ho.

sabato 19 febbraio 2011

Inquietudine

Sono di ritorno da quella che noi chiamiamo "pizzata universitaria", ovvero la rimpatriata bimestrale tra compagni di università. Risate, chiacchiere, sorrisi. Queste serate mi rigenerano sempre un po'. Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia. Stanotte sono inquieta. Perché mi sembra di essere rimasta un passo indietro rispetto a tanti, che un contratto - seppur molto precario - ce l'hanno. So di non potermi lamentare, ma in queste situazioni il confronto è inevitabile. E penso a quell'opportunità sfumata perché il matrimonio era ormai alle porte...
In sottofondo, quella notizia arrivata mentre mi stavo preparando per andare. Non so nemmeno io cosa mi abbia provocato dentro. Ho cercato di ricacciarla indietro per tutta la sera, ma ora è qui che bussa. Un ex amica in coma dopo un incidente. Un rancore nei suoi confronti che ancora non riesco a spegnere, il ricordo dei torti che mi ha fatto. Ma ha senso, adesso? Sento un sotterraneo e insensato senso di colpa. Credo sia inevitabile in questi casi. La paura di non poter più avere occasione di chiarire. Di aver sprecato troppo tempo a farsi del male.

venerdì 18 febbraio 2011

Ricordi

Esco da una riunione in oratorio che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Sto per raggiungere il parcheggio quando mi sento chiamare. Una, due, tre volte. Mi fermo e riconosco uno dei ragazzi che un tempo era uno dei miei bimbi del C.R.E. e poi mi ha raggiunto nell' "Olimpo" degli animatori. Ecco ciò che amo della vita di paese. Il fatto che ci si conosca tutti (o quasi) e che capiti di incontrarsi per strada e di intavolare una breve chiacchierata. Mi chiede come va da sposata, ci scambiamo qualche battuta, ci salutiamo. Mentre sono in macchina mi viene da sorridere. Nel cuore il ricordo degli anni passati, delle domeniche in oratorio, delle estati spese tra campi scuola e attività varie. Sono tempi che non torneranno più, ma che mi hanno resa quello che sono e che non dimenticherò mai. Vado a letto con quella sensazione dolce e maliconica che ti lascia il tempo che passa, consapevole che i miei orizzonti sono ora parecchio cambiati. Nessun rimpianto. La vita evolve ed è giusto così. Però è bello sapere che in fondo rimarrai sempre un po' quella ragazza con i pantaloncini e la coda di cavallo che ha fatto giocare centinaia di bambini e man mano li ha visti crescere. Fa bene all'anima.

giovedì 17 febbraio 2011

Confidenze imbarazzanti

-Oggi non metti in tavola i cioccolatini?-
-Ah sì, scusa, mi sono dimenticata-
-Non fa niente, li prendo io-
-...-.

-Allora, Cioccolatino, il diminutivo si forma usando i suffissi -ino e -ina. Indica la stessa cosa del nome primitivo, ma serve a sottolineare che è di dimensioni più piccole, ok?-
-...-
-Come "bambolina": è una bambola piccolina-
-Lo sai che un mio compagno di calcio ha il pisellino piccolino così?-
- -.-'
- :-D Ahahah-
-Ma insomma, tu stai a guardare certe cose quando sei sotto la doccia?!-
-Pota sì eh-
-Oh, su, non ridere, gli crescerà quando sarà più grande-.

Cioccolatino spesso e volentieri trova nei miei discorsi collegamenti improbabili con quella che è la sua appendice maschile. Mah.
Io cerco di tirarmi fuori dall'impiccio come posso, sperando di non avere figli con la stessa insana abitudine. ;-)

mercoledì 16 febbraio 2011

Di bellezza e altre inezie

Premetto che non guardo Sanremo (intendendo con guardare il rimanere sintonizzata sul suo canale per più di 15 minuti) da almeno 10 anni. Premetto che di tutte le polemiche che di solito imperversano me ne frego allegramente. Premetto anche che quando riesco a guardare la TV prediligo le serate all'insegna del crimine - detta così è un po' inquietante, lo so - e mi gusto ""Castle", "CSI", "Criminal Minds"... o "Senza Traccia", come stasera. Però, una sbirciatina a Sanremo prima di andare a nanna ci sta. E allora, in barba alle disquisizioni pseudo-critiche mi chiedo: "Ma dov'è sta gran bellezza che dicono ci sia nella Canalis? Dov'è?". Oh, avrete capito che oggi mi voglio dedicare a quesiti profondi. :-D Comunque, il maritino quando tento di dirgli la mia opinione in merito alla cara Ely sorride e dice che noi donne vogliamo a tutti i costi trovare il pelo nell'uovo. Sarà, ma io vedo 'sto viso scavato e pieno di spigoli e non mi piace per niente. Il corpo pare perfetto, ok, ma il suo starsene lì imbalsamata a mostrare le curve ha un che di buffo e il viso non è per nulla espressivo. Bene, ora che l'ho detto son soddisfatta!

Vi chiederete cosa penso della Belén... beh, lei è bella secondo me. E poi considerato il disgraziato con cui si accompagna mi fa pure un po' pena, poveretta (invece il George... mmm...). ;-)

Detto ciò, giusto perché stasera non voglio essere banale, concluderò con un originalissimo motto: come sempre, "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace".

martedì 15 febbraio 2011

A proposito di San Valentino

Dunque dunque... A grande richiesta (ehm, solo di Kisal, ma il suo appello mi è piaciuto tanto e sono felice di accontentarla) eccovi un bel post dedicato a San Valentino. Che vi posso dire? Ah sì, che è la festa degli innamorati! :-D
A parte gli scherzi, dovete sapere che il maritino è ricco di pregi, ma ahimé non è particolarmente romantico. Fin dagli inizi della nostra storia, c'ha sempre tenuto a ribadire che lui 'sta ricorrenza non l'avrebbe mai festeggiata perché - udite udire - a suo dire era tutta una mossa politica di Berlusconi (regalo = consumismo = Standa). Purtroppo, essendo il dolce consorte pure una persona coerente e tutta d'un pezzo - e questo lo annovero tra i pregi, s'intende - non mi è mai riuscito, in più di 7 anni d'amore, di fargli cambiare idea. Non che io ci tenga particolarmente, per carità. Lungi da me poi contribuire all'arricchimento del Berlusca. Tuttavia, qualche carineria fa sempre piacere. E poi (ve l'ho già detto?) io sono TERRIBILMENTE romantica. Eh sì. Una settimana fa ho iniziato a chiedergli più o meno scherzosamente se quest'anno, visto e considerato il nostro stato di neosposi, avremmo potuto fare uno strappo alla regola. Lui, sempre più o meno scherzosamente, ha risposto che avremmo festeggiato la sera del 12, dato che avevamo già in programma di uscire a cena (con altri 20 amici :-D). Quindi oggi niente bigliettini, regali o quant'altro. Però, quando sono rientrata stasera verso le 8 mi stava preparando una bella cenetta. E - sorpresa delle sorprese - appena finito di mangiare, mentre io mandavo una mail veloce ad un amico, ha tirato fuori dal freezer due coppette di gelato alla panna della nostra gelateria preferita. Sulla mia ci ha pure messo un cioccolatino a forma di cuore (ehm, quello che io avevo regalato a lui mezz'ora prima e che a sua volta proveniva dalla casa del mio alunno B.... ma son dettagli!). Ecco, sono stata proprio felice. Io amo i cuori. E amo il gelato. E poi amo lui, s'intende. Ve l'ho detto che sono romantica?!? Be', forse si intuisce! ;-)

Questo è stato il mio San Valentino. Sono sempre più convinta che le piccole cose siano le migliori. E voi avete festeggiato? Raccontate! (lo confesso, oltre a essere romantica sono anche una curiosona).

sabato 12 febbraio 2011

Piccoli assaggi di primavera

Come dicevo qualche post fa, mi sono convinta di essere in primavera viste queste stupende giornate di sole. Ordunque :-D, oggi mi sono fatta una bella passeggiatina da casa mia a quella dei miei e ritorno, principalmente per tre motivi:
1. combattere il rincaro della benzina;
2. combattere l'eccesso di smog;
3. last but not least, combattere l'avanzata di panza e fianchi.
Detto questo, mi sono ritrovata a guardare il mio paesello con occhi diversi, quasi come se lo vedessi per la prima volta. E mi sono quasi stupita di trovarlo così bello, con le sue colline e le sue casette colorate, così perfetto per me. Mi sono ricordata di quando, ai tempi dell'università, tornando da Milano verso sera e rivedendo il paesaggio collinare avevo proprio la sensazione di essere a casa. Non sono una cittadina, no. Non lo sarò mai.
Ed è stato ancora più bello tirare fuori dalla borsa il libro appena preso in biblioteca, sfogliarlo mentre camminavo, e sapere che la mia vita non sarebbe la stessa senza i miei amati libri.
Quando poi ho inforcato la macchina e mi sono diretta dal mio alunno, ho abbassato i finestrini e mi sono messa a cantare.
Insomma, se non l'aveste capito, a me il sole mette di buonumore. :-)

giovedì 10 febbraio 2011

E poi...

E poi... ti viene da piangere. E il motivo mica riesci a capirlo del tutto, ma probabilmente è un insieme di cose che bussano alla porta del tuo cervello da tutta la giornata e ora hanno deciso di venire fuori, perché di giorno ti piace essere la donna tutta d'un pezzo che non deve chiedere mai, però di notte, quando nessuno può sentirti, ti ritrovi a singhiozzare a più non posso sfogando le tue frustrazioni. E magari sotto sotto ti farebbe anche piacere che lui si svegliasse, ti sentisse e ti cullasse tra le sue braccia, ma sai che poi dovresti spiegargli il groviglio che hai nel cuore e allora no, è meglio che continui a dormire, perché di metterti a parlare proprio non ne hai voglia.

Ecco, io non lo so il motivo per cui a volte mi sento così. Saranno 'sti maledetti ormoni femminili, saranno certi pensieri fastidiosi, sarà la personalità complessata dello scrittore (che poi bisognerebbe pure decidersi a scrivere qualcosa di serio per definirsi tale). Che ne so, magari sarà colpa della luna, perché mi pare che sti momenti di umore nero abbiano un andamento ciclico...

Sì, lo so che ieri ero felice e vedevo i gatti nel cielo. Cosa vi devo dire, c'ho un carattere un po' del cazzo. Per stasera lasciatemi sfogare.

mercoledì 9 febbraio 2011

Immagini poetiche di un marito con l'animo bambino

Stasera io e il maritino siamo andati a fare i baby-sitter a casa di mia cugina, che ci ha affidato i suoi tre allegri pargoli per andare a una riunione. Mi sono stupita, nell'ordine, di quanti giochi esistano capaci di emettere musichette, di come io faccia la voce idiota quando parlo col cucciolo di un anno e mezzo, di quanto il maritino si diverta a giocare con i bambini e riesca a mettersi al loro livello. :-D
Comunque, trascorrere un paio d'ore con degli under 10 ti fa fare inevitabilmente un tuffo nell'infanzia. Prova ne è il fatto che, uscendo e incamminandoci verso casa, ci siamo soffermati ad osservare la luna e ne è venuto fuori questo dialogo:
Maritino: -Guarda che bella luna stasera!
Mogliettina: -Sì, ha un'inclinazione strana, sembra quella di quand'eravamo in Brasile...
Maritino: -No, sembra il gatto di Alice!
Mogliettina: -Sì, hai ragione, è proprio il gatto di Alice!
Soddisfatti per aver trovato la giusta spiegazione al fenomeno siamo rientrati a casa tutti sorridenti.

martedì 8 febbraio 2011

Sindrome da "invio curriculum"

La sindrome da "invio curriculum" colpisce chi - come me - ne manda a iosa sperando nell'occasione della vita. In particolare, si manifesta tutte le volte che si spedisce il sacro documento ad un'azienda importante, e si è persa una quantità indefinita di tempo (machimmelofaffare?! -.-') per sistemarlo al meglio e scrivere una lettera di presentazione degna di nota.
Avete la suddetta e pericolosissima sindrome se:
-non appena squilla il telefono, anche se siete sul water e ce l'avete nell'altra stanza, correte come ossessi per recuperarlo e rispondete con affanno, ma cercando di avere un tono dannatamente professionale;
-sebbene siate in tremendo ritardo per un qualche appuntamento e siate già sulla soglia di casa, non rinunciate a rispondere (si sa mai che si tratti di...) e imprecando fra i denti dovete liberarvi con la maggior grazia possibile di Gino di Telecom Italia o Giovanna di Enel Energia;
-avendo per sfiga messo il cellulare in modalità "silenzioso" e trovando una chiamata senza risposta di un numero sconosciuto, vi maledicete in cinese e fate ricerche disperate su internet per sapere a chi appartiene (poi, i casi sono due: o il mistero rimane irrisolto, o scoprite che è qualcuno di cui non ve ne frega una beata cippa);
-controllate la casella mail non appena potete tenendo le dita incrociate e chiudendo gli occhi un attimo prima dell'apertura, sperando che nell'aprirli vi troverete di fronte al miracolo;
-guardate con cura pure nella cassetta della posta, ben sapendo che sarebbe a dir poco obsoleto da parte di queste aziende contattarvi via lettera e che la cosa più probabile è in realtà trovarvi bollette da pagare o pubblicità inutili;
-vi fate film mentali incredibili immaginando il momento in cui l'importantissimo dirigente vi chiamerà e vi dirà che siete in tutto e per tutto la persona che sta cercando (sognare non costa nulla, no? Embe', se lo devo fare lo faccio in grande :-D);
-vi costruite mentalmente pure il dopo-telefonata, con tanto di preparativi per il colloquio e istantanee di una carriera futura splendente e ricca di fasti.

Bene, i sintomi più evidenti ve li ho elencati, e se me ne verranno in mente altri provvederò ad allungare la lista. La cura, purtroppo, ancora non ce l'ho, ma se la trovate voi me la mandate al volo?! ;-) Thanks!!!

venerdì 4 febbraio 2011

La malinconia

La malinconia...
Hai invitato i tuoi a bere il caffè, e sei contenta perché non vi vedete da tre giorni, ma tua mamma pensa bene di fartele girare velocemente paragonandoti a tuo fratello e facendoti sentire inevitabilmente perdente...
Non hai ancora un lavoro fisso...
Vorresti tanto avere un incarico come editor, e ti sembra un miraggio...
Il maritino è uscito con i soci...
La tua migliore amica da qualche mese ha trovato l'agognato moroso, ma lui è un po' colla e ultimamente vi "ruba" i venerdì (e forse tu sei anche un po'gelosa di lui); in più l'altra cara amica del "trio del venerdì" ti ha bidonato...
Ti rendi conto che ci sono alcuni amici importanti che non senti da un po', il tempo passa troppo veloce e le cose da fare sono sempre tante...

...sembra quasi la felicità
...però subito dopo vai a casa di B., alunno storico e adorato, con mamma speciale ed esperta in merende fenomenali che ti adora, che ti passa altri film in dvd, che ti ripete mille volte quanto ti stima, che - insomma - ti vuole un bene dell'anima e non sa più come dimostrartelo... e pensi che anche tu le vuoi un bene dell'anima, a lei e a tutti i quattro esemplari della famiglia B., una di quelle famiglie piene di valori che oggi sono rare, una di quelle famiglie belle - non perfette, perché quelle perfette non esistono, e se sembrano tali puzzano di falsità -, una di quelle famiglie dove ti senti a casa.
...ma pure oggi ti sei sciroppata 6 ore e mezza di lezione, hai il tuo stipendietto semi-fisso, e anche il tempo di badare da sola alla tua casa e di non trascurare il tuo maritino.
...ma il tuo ex compagno di università ti ha affidato l'editing del suo primo romanzo, che è pure carino, promettendoti una cena gratis e consentendoti di tenerti allenata. E comunque, tu nei sogni ci vuoi credere ancora.
...ma ti ha salutato con un bacio e si è voltato verso di te sorridendo e chiamandoti "mogliettina".
...ma vi rifarete la prossima settimana... stasera perlomeno ti sei potuta concedere una doccia di mezz'ora,  e adesso sei sul tuo divano a fare l'asciugatura automatica, a smangiucchiare dolcetti e a scrivere.
...ma guardi le foto del tuo matrimonio, dove loro ci sono e sorridono felici con te, e allora hai la matematica certezza che per te ci saranno sempre, e tu per loro.

Grazie a Luca Carboni per la sua "Malinconia", che adoro! :-)

giovedì 3 febbraio 2011

Bidoni

Non so voi, ma io i bidoni non li sopporto. Mi fanno inca..are, ma proprio tanto!
Ecco, oggi si festeggia la giornata del bidone, perlomeno a casa mia.
Mentre sto facendo la prima lezione del pomeriggio, mi arriva un sms: la seconda alunna, a meno di tre ore dal suo arrivo, annuncia catastrofici quanto imprecisati contrattempi che le impediscono di venire. Primo bidone.
Dopo cena avevo in programma un’altra lezione (sparatemi, sì). Mezz’ora prima la mamma mi chiama per disdire, Y. è tornato tardi dalla partita di pallone. Secondo bidone. Ok, domani mattina Y. non va a scuola e  recuperiamo. Bidone attenuato.
Last but not least… Dopo la lezione avrei dovuto andare all’allenamento, mi avevano chiamato di nuovo per completare la rosa. Ma… attenzione! Un’ora prima altro sms: sono al completo e posso anche stare a casa. Oook. Terzo bidone.

Conclusione: dovevo avere una giornata molto impegnata, in realtà mi è avanzato un sacco di tempo.
Per rimediare, ho fatto 10 minuti di step (non di più, se no schiatto) e ho scritto l’inizio di un racconto. A dire il vero, ultimamente mi sembra che mi stiano arrivando molti segnali. Che tutto ciò che vedo o vivo mi dica: “Scrivi, tu devi scrivere!”. Forse anche i bidoni sono un segno del destino. Forse sono io che lo voglio credere. ;-)

mercoledì 2 febbraio 2011

Dubbi esistenziali

Stasera io e il maritino ci siamo guardati un altro filmettino simil-romantico, "Ricatto d'amore" (in dvd, perché pare che nonostante il digitale e i nuovi canali ci sia ben poco di decente in tv).
Sì, la storia mi è piaciuta.
Sì, come trama è abbastanza banale, ma quando si ha bisogno di rilassare il cervello è meglio non scegliere intrecci complicati.
Sì, trovo sia molto romantico guardare un film d'amore spaparanzati sul divano tenendosi la mano, con il camino acceso a fare da contorno.
Ma, visto e considerato che i due protagonisti lavorano in una casa editrice (e non l'ho scelto per questo, l'ho scoperto guardandolo), il pensiero che più mi è passato per la testa durante la proiezione è stato:
"MA IO CI LAVORERO' MAI IN (O PER) UNA C...O DI CASA EDITRICE?!? Dato che rispondermi con un "no" secco mi provocherebbe una crisi paranoico-depressiva, preferisco optare per un più diplomatico "chissà".

PS: Un giorno devo riassumere in un post il gran numero di bidoni che case editrici e riviste mi hanno rifilato negli ultimi due anni. Tipo proposte di collaborazione risoltesi poi nel nulla o prove di correzione/lettura giudicate positivamente ma prive di un qualsiasi seguito. Ma che se ve le racconto tutte non ci credete, eh. Lavorativamente parlando sono un po' sfigata, sì.