venerdì 28 marzo 2014

Fortunata te che... (Il ritorno)

Perché - mi dico - si (s)parla spesso delle mamme che si vantano di figli che sono angioletti, dormono 12 ore per notte ecc. ecc., spesso mentendo per dare l'illusione di una vita perfetta, e si dimentica di parlare di quelle che, al contrario, vogliono passare per le derelitte e hanno come mantra il "fortunata te"?
Sarà che io ho una vera e propria intolleranza per chi si lamenta di continuo, ma trovo che questa categoria sia decisamente più irritante.
Chi ha buona memoria si ricorderà di questo mio post, nel quale inveivo ancora in preda agli sballi ormonali contro chi mi ripeteva a sproposito quanto fossi fortunata a "poter" allattare.
Evidentemente sarò nata sotto una buona stella, dato che le mie fortune continuano, anzi si accrescono a dismisura. Che culo che ho, oh.

"Ma il tuo dorme la notte?"
"Sì, di solito sì!"
"Beata te! Il mio si sveglia anche 10 volte!"
"Ah, cavoli..."
"Sì guarda... Bla bla bla bla bla bla..."
"Ma si sveglia per mangiare?"
"Beh, no... Magari vuole il ciuccio..."
"Ah, ok, ma quello anche il mio, però nel rimetterglielo..."
"Eh sì, ma INTERROMPE IL SONNO!"
"..."
"Poi beh, a volte semplicemente si lamenta nel sonno... Ma io mi sveglio e lo sento!!"
"..."

A casa mia, svegliarsi vuol dire svegliarsi. Cioè non dormire più, uscire dal letto. Basta intendersi sui termini. Il top è quando chi fa questi discorsi ha 4 nonni a disposizione che si tengono il pupo a dormire una volta a settimana. Eh beh, che sfortunati che siete! 
Ma vediamo una simpatica variante:

"Ma il tuo dorme al pomeriggio?"
"Sì, in media fa un pisolino di un paio d'ore"
"Ah, ma che fortuna!!! Il mio al massimo dorme un'ora..."
"...Ah, cavoli... No, lui fa il suo bel pisolino, infatti a volte ritardo gli appuntamenti perché non si sveglia..."
"Eh, no, c'è da dire che se dorme oltre le 4 io lo sveglio eh! Se no alla sera a che ora va a letto?! No no, lo faccio svegliare e via!"
"..."

Certo, se lo svegli dopo un'ora non dorme più di un'ora. Mi pare ovvio. Io comunque sono super fortunata (o forse è fortunato mio figlio, che dorme quanto caxxo gli pare?!). Mah.

Tralascio di andare oltre, ma cito giusto per completezza quelli che ti dicono che sei fortunata perché puoi portarlo ogni tanto al ristorante, ma poi scopri che per loro è orrore se non sta nel seggiolone e magari sta sotto il tavolo a gattoni, "perché che schifo, tocca tutto quello che c'è in terra". Quelli che ti invidiano perché tuo figlio mangia di tutto, ma guai a fargli assaggiare i dolci, le patatine, le cose salate... E certo, se non gli lasci mangiare niente sicuramente non impara nuovi sapori. Quelli che ti vedono piena di fortune perché puoi portarti sempre tuo figlio appresso, ma poi ti dicono: "Eh no, io va beh se vado a ... lo lascio ai nonni, non ho intenzione di alzarmi continuamente, voglio star seduta".

Forse non sono fortunata, eh. Forse mi sembra nella natura delle cose dover sgobbare. Il culo lo alzo spesso e volentieri (infatti non c'è l'ho quasi più).

No, non sono acida, è solo un'impressione.

mercoledì 19 marzo 2014

Papà

Io e mio padre non parliamo molto, perché siamo talmente simili che ci basta guardarci negli occhi per capire tutto.
Auguri papà!

domenica 26 gennaio 2014

Considerazioni

...Se dev'essere questo il 2014... Grazie, rifiuto l'offerta e vado avanti!

PS: no, non sono nella fase pre-mestruale, e questo è ancora più preoccupante.

martedì 21 gennaio 2014

Sul lavoro, sulle mamme, sulle mamme al lavoro

Nei giorni scorsi ho letto diversi post che hanno risvegliato in me parecchie riflessioni. Scomposte, a volte contraddittorie, a volte più simili a veri e propri moti di indignazione.
Mi è tornato in mente un episodio che risale a più di un mese fa e che voglio raccontarvi, perché fa bene al cuore. Il secondo sabato di dicembre abbiamo fatto un open day a scuola, che ci ha impegnato l'intero pomeriggio; la sera era prevista una cena tra colleghi, a cui sono stati invitati anche gli studenti più grandi, ai quali avevamo chiesto un aiuto nell'organizzazione dell'evento. Ero combattuta sul partecipare o meno alla cena: già lavorare il sabato pomeriggio mi avrebbe tenuta lontano dal mio bambino, e visto che l'week end voglio sia dedicato soprattutto a lui non mi andava l'idea di non vederlo fino alla domenica mattina. Avrei potuto lasciarlo col papà, ma per quella sera anche lui era impegnato in un concerto. Così, dopo vari tentennamenti, ho deciso di partecipare, ma portandomi dietro il pargolo. Il maritino me l'ha portato a scuola verso le 18.00 e, dopo essere stato coccolato da vari colleghi, è venuto con me al ristorante. Certo, un bimbo di 18 mesi non è esattamente "contenibile" e tenerlo seduto ad un tavolo per più di un quarto d'ora è praticamente impossibile. Questo vuol dire che ho passato molto tempo della cena in piedi, perdendomi stralci di conversazioni, e che alle 22.00 ho salutato tutti perché per il pupo era giunta l'ora della nanna. Non nascondo che, tornando a casa, mi sono chiesta se avessi fatto bene a partecipare: molte colleghe mamme non sono venute, altre invece hanno lasciato a casa i figli. Ero l'unica col bimbo al seguito. Mi sono chiesta se gli altri l'avessero visto come una "palla al piede". 
Cosa c'è di bello in tutta questa storia? C'è che la sera dopo ho ricevuto un sms del Preside, giovane, rampante e senza moglie e/o figli. Diceva più o meno così: "Grazie per essere venuta ieri sera con il tuo bimbo. È stata una bella testimonianza anche per i nostri ragazzi vederti in veste di mamma oltre che di professoressa". Che dire, è scesa qualche lacrima. Ho ringraziato il Cielo per aver la possibilità di lavorare con un capo così lungimirante. D'altronde, ha deciso di assumermi con un figlio piccolissimo senza battere ciglio. La morale? Spesso noi donne siamo costrette a vedere i nostri figli come "palle al piede" perché qualcuno ci fa credere che sia così, invece dobbiamo abituarci a vederli come grandissime risorse. E a vederci come portatrici di valore aggiunto anziché costrette a dover dimostrare che NONOSTANTE l'handicap della mammitudine siamo ottime lavoratrici.

Ecco perché questo post di Domitilla Ferrari mi ha fatto arrabbiare tantissimo (come altri in passato), quasi che la donna debba, per essere una lavoratrice doc, passare un numero spropositato di ore fuori casa, ammazzarsi di fatica senza lamentarsi in nome di chissà qualche carriera. Come se le donne che fanno il proprio dovere senza però voler rinunciare a passare parte della propria giornata con i figli siano pretenziose, anzi addirittura la causa stessa della "svalutazione" della donna nel mondo del lavoro! Ricordo un post di Elasti in cui raccontava che nella redazione del suo giornale erano arrivati i grandi capi di alcune nazioni estere e... Sorpresa! Alcuni erano donne e lavoravano part-time. Eh sì, donne manager senza per forza sgobbare 12 ore al giorno. Senza giocare l'alibi del "se alcuni papà lo fanno, perché non posso farlo anch'io che sono mamma?". 

lunedì 6 gennaio 2014

Cose che mi ha insegnato il 2013

Io arrivo sempre un attimo dopo eh, con il ritardo che mi contraddistingue.
Ad ogni modo, questo 2013 che se n'è andato non è stato niente male: se escludiamo la perdita della mia adorata nonnina, vedere crescere il mio cucciolo e l'inizio del nuovo lavoro mi hanno dato tantissimi motivi di gioia. Ma soprattutto, come ogni anno che si rispetti, questo 2013 mi ha dato tanti insegnamenti degni di essere ricordati:

-Quando pensi che sarà impossibile incastrare tutti gli impegni in pochissime ore e dormendo il minimo sindacale, scoprirai che in realtà ce la farai... Senza quasi accorgertene, tanto che quando sarà tutto finito ti chiederai:"Beh, tutto qui? ".
-Quando pensi che sarà una settimana tranquilla... Non sarà affatto così, ma spunteranno imprevisti a go-go.
-Se sul lavoro finisci qualcosa di importante/lungo/noioso e credi che il peggio sia passato... Ecco che arriverà qualche nuova fregatura! :-D
-Un bambino può mettersi in bocca sassi, alghe, conchiglie (anche contemporaneamente) e girarsi  ripetutamente il ditino sulla guancia per dire:"Mamma che buona 'sta robina qui, me la prepari anche tu per pranzo?".
-È possibile andare avanti un mese con un raffreddore che non passa e il catarro che ottenebra la mente e fa venire mal di testa e di denti, per poi decidere che sì, si potrebbe andare dal dottore e ottenere in premio 10 giorni di antibiotico (diventati automaticamente 6, chissà perché). È possibile, ma magari si potrebbe evitare.
-È possibile anche portare in braccio un bimbo + borsa del lavoro super piena + un cuscino + una fisarmonica giocattolo + un calzino senza cadere dalle scale.
-Se ti viene in mente di dire che tuo figlio dorme tutta notte e anche un paio d'ore al pomeriggio passerà 10 giorni a dormire la metà e a svegliarsi ripetutamente (ah, dite che questa cosa è risaputa? Va beh, io ho avuto bisogno della prova tangibile).
-Se pensate che costruire un recinto fatto di assi per proteggere l'albero di Natale dagli assalti del nano sia un'idea geniale... Siete degli illusi! Il pargolo si trasformerà nell'uomo dell'olio Cuore e in 15 giorni imparerà a scavalcarla in modo rapido e indolore, approfittandone per migliorare la sua forma fisica e diventando così uno scalatore folle: e allora scaliamo il mobile del soggiorno, saliamo in piedi sul tavolo della cucina quando nessuno se l'aspetta...
-Se credi che ormai festeggiare il Capodanno alla grande non faccia più per te, che i tuoi amici avranno tutti dei programmi molto più fashion dei tuoi, che il fatto di avere un bambino limiterà la tua possibilità di azione... Ti sbagli! Basta organizzare la festa a casa tua, invitare un po' di soci affezionati, chiedere un po' di collaborazione per la preparazione del cibo e mettere il pupo a nanna prima delle 10... E resterai a ridere fino alle 3.30 nella tua cucina, senza neanche renderti conto dell'ora (sì, pensavo che tutti ci avrebbero snobbato, invece eravamo in 11 + pupo e la cosa mi ha fatto un immenso piacere!).
-Se pensi che sia stata una giornata di m...a... Ti basta tornare a casa e vedere il sorriso dei tuoi uomini, per essere convinta che la vita è bella!!!


In sintesi... Direi un bel + per questo 2013! Certo, le corse sono state veramente tante e i momenti di riposo mai abbastanza, specie negli ultimi mesi... Perciò confido che il 2014 porti con sè una buona dose di tranquillità (anche mentale)... E lo auguro anche a tutti voi!