lunedì 2 settembre 2013

3-2-1... VIA!!!

Domani sarà un nuovo entusiasmante e terrificante primo giorno di scuola. Dall'altra parte. C'ho una tachicardia che è già bello se supero la notte. Ansia ed eccitazione si mescolano, ma credo non sia niente in confronto a come mi sentirò la sera dell'11, ovvero la sera prima di sedermi in cattedra con una classe davanti. OHMAMMASANTA.

Stamattina il pupo ha fatto il suo ingresso al nido. Sì, lo so, doveva iniziare mercoledì scorso, ma dato che a noi piace il brivido al mare si è beccato la broncopolmonite e abbiamo rimandato (e siamo andati al mare per rafforzargli i polmoni eh, che affarone). Non vi dico l'angoscia, sia per la malattia sia per il dover rimandare l'inserimento. Ma lui è forte e coraggioso, e stamattina non ha speso nemmeno una lacrima, mentre a me è spuntato un herpes istantaneo sul labbro non appena l'ho lasciato; e l'herpes mi viene una volta ogni morte di Papa, per dire. Nella prova di maturità, Minutino 1 - Mamma 0. ;-)

Bene, non ho la lucidità per aggiungere altro. Se sopravvivo ci aggiorniamo.

domenica 11 agosto 2013

Pantaloncini fucsia e circondarsi di amici

Ieri mi sono svegliata male. Ma proprio molto male, a metà tra la voglia di piangere fino allo sfinimento e quella di urlare e distruggere tutto. Dopo un attimo di inquietudine, ho fatto un paio di conti (sì, non me lo segno mai) e ho scoperto di essere in piena sindrome pre-mestruale. Quindi tutto sotto controllo: diamo la colpa agli ormoni e siamo a posto. Però qualche stratagemma per superare la crisi bisogna pur trovarlo, e allora ieri il mio è stato quello riassunto nel titolo: comprarmi un paio di pantaloncini fucsia e chiamare a raccolta gli amici che più mi fa piacere vedere. 
Partiamo dall'acquisto: alla modica cifra di 5 euro al mercato, mi sono presa questi shorts (molto short) fucsia; ne avevo già un paio dello stesso modello, solo beige, colore che il Maritino adora. Io un tempo lo odiavo, ma adesso ci ho fatto l'abitudine e mi piace anche . Il mio colore preferito però resta il fucsia, che al Maritino non entusiasma per nulla. L'ho scoperto non molto tempo fa, tra l'altro, rimanendoci abbastanza male visto che invece io ho vari vestiti di quel colore. Uno dei miei problemi è che spesso cerco più di accontentare gli altri che me stessa, e infatti da quando lui mi ha detto cosa pensava del fucsia non ho più preso un vestito di quella tonalità. Ieri, invece, dopo averne praticamente acquistato un paio blu, ho cambiato idea e l'ho sostituito con uno fucsia fiammante. E ho deciso che me ne sarei fregata di quello che poteva pensare il Maritino, ma anche chiunque altro. A me quegli shorts piacciono un sacco, anche se sono corti e se all'inizio avevo detto che li avrei portati solo al mare perché forse per una mamma non sono il top. Poi ho pensato che peso 2 kg in meno di quando sono rimasta incinta, dimostro meno dei miei anni e - soprattutto - ho il diritto di fare quello che mi pare fino a che non va a ledere la libertà altrui. Quindi, con un bel fan***o mentale a chi poteva pensarla diversamente, me ne sono tornata a casa con i miei bei pantaloncini e li ho subito messi. Quando il Maritino è tornato, mi ha chiesto se erano nuovi e io gli ho risposto di sì, senza aggiungere la classica domanda: "Ti piacciono?". Tanto sapevo che la risposta sarebbe stata un "ni" di sufficienza, quindi perché chiedere? A me sono piaciuti e me li sono presa, punto. A lui piacciono i marroni/beige/verde marcio/grigi che io non ho mai sopportato, ma a forza di vederglieli addosso ho allargato gli orizzonti. Lo farà anche lui, se no PAZIENZA. 
Questo primo passo del "faccio quello che voglio" già mi ha fatto stare un po' meglio, quindi sono passata al secondo. Ho sentito un paio di amici per passare un po' di tempo al lago insieme, ovviamente dopo il pisolo del pupo, e mi sono rintronata di chiacchiere. In più, ho invitato per il caffè del dopocena una coppia che adoro, ovvero i genitori del mio alunno più "longevo" che anche se hanno una quindicina d'anni in più di noi ormai sono amici con la A. Davvero, lei mi ha visto entrare e uscire da casa sua 3/4 volte a settimana per anni, perciò è una delle pochissime persone a cui basta guardarmi in faccia per capire se sono stanca/triste/preoccupata, a volte mi sembra che mi conosca meglio di mia madre. Abbiamo un carattere similissimo e la stimo come persona, come madre e come donna. Quindi chi meglio di lei per una serata di chiacchiere?
Non è che la s.p.m. sia passata eh, però perlomeno ho evitato di scassare tutto il giorno il Maritino, cosa che capita quando siamo soli e lui diventa il para-fulmine per le mie tempeste ormonali!

PS: questo post mi è nato dopo aver letto Mammadisera e il suo Acida, con annessa "richiesta di aiuto"... se avete altri metodi per sconfiggere la s.p.m. sono ben accetti! :-D

domenica 4 agosto 2013

Fatica è...

Fatica è voler portare fuori il pupo ma sapere già che non starà fermo un attimo, e tanto meno starà nel passeggino.
Fatica è voler stare in giardino col pupo e sapere che cercherà di mangiarsi sassi/foglie/terra e forse anche di peggio.
Fatica è uscire e vederlo fare capricci fuori misura perché vuole raccattare mozziconi di sigaretta e magnarseli tutti.
Fatica è sapere che se vedi un'amica lui non ti lascerà fare un discorso per intero e lei non si alzerà dal tavolo per tenertelo mentre tu giri come una trottola cercando di impedirgli di suicidarsi.
Fatica è cucinare con 30 gradi e lui in braccio perché solo lì vuole stare. E non mangiare, perché la fatica spazza anche la fame.
Fatica è sapere che anche se qualcuno lo tiene un po' con sé durante una serata in compagnia, quando gli scatterà l'ira funesta e vorrà andarsene/mangiare schifezze/urlare toccherà a te tenerlo a bada.
Fatica è avere voglia di un gelato e non mangiarlo perché se il pupo ti vede se lo magna tutto lui.
Fatica è voler dare il meglio con lui, parlargli, spiegargli tutto, giocare, ma sentirsi impotente di fronte ai suoi capricci immotivati.
Fatica è dover prenotare le ferie in ritardo come al solito e cercare i preventivi migliori stando al computer che emana calore da morire per ore.
Fatica è leggere sul computer con i caratteri rimpiccioliti perché il pupo l'ha sbattuto in terra rompendo i cristalli della parte destra dello schermo.
Fatica è cercare di dare il meglio con alunni sfaticati e disinteressati.
Fatica è lavare i pavimenti dei balconi il sabato sera, perché di giorno fa caldo/c'è il pupo che non ti lascia far nulla/devi lavorare.
Fatica è pensare a settembre e a quel che sarà, al nido, al cambio delle abitudini, dormire male e a volte piangere di nascosto quando tutti dormono.

Sono stanca. 

giovedì 25 luglio 2013

Nella vita bisogna scegliere: che fatica però!!

Sono settimane che cerco di partorire questo post... ma adesso direi che è proprio giunto il momento!
Quello che vorrei dire l'ho un po' riassunto nel titolo: sono anni che aspettavo questa occasione, ma nell'arrivare mi sono resa conto che implicherà alcune (sofferte) rinunce. 
Ebbene sì, firmerò un contratto di quelli seri e dall'1 settembre sarò ufficialmente una professoressa di scuola superiore. È successo che una mia amica, insegnante di sostegno in questa scuola privata, a fine giugno mi ha chiamato dicendo che cercavano un'altra figura per il sostegno e mi ha chiesto se ero interessata. Ho detto sì, e nel giro di 48 ore ho fatto il colloquio e mi hanno detto che ero "a bordo". E pare che il direttore sia stato ben impressionato, così anziché affidarmi solo il sostegno mi ha assegnato anche la cattedra di Lettere in due prime, che significa più di metà del mio orario come prof. di classe. E quindi... OHHHH, FANTASTICO!!! Però... però questo questo vuol dire salutare la maggior parte dei mie amati alunni di ripetizioni, perché avrò anche alcune ore pomeridiane e non sarebbe fattibile lavorare 10 ore al giorno visto che vorrei godermi ancora un po' il mio bimbo... il bimbo, appunto. Che sta quasi sempre con me, spesso anche mentre faccio lezione, e nonostante lo stress che questo comporta mi fa sentire serena. Che fa i pisolini e si sveglia sempre vedendo il mio viso. Buuuuaaahhh... già dopo queste righe sono in depressione. :-(
Dopo varie riflessioni, elucubrazioni mentali allucinanti ecc. ecc., la decisione definitiva sembra essere la seguente: il pupo andrà al NIDO la mattina, se tutto va bene portato da me, e verrà ritirato dai nonni a turno, con i quali starà due/tre ore, fino al mio arrivo, che a occhio e croce dovrebbe essere verso le 4 (i dubbi sono dovuti al fatto che non ho ancora l'orario definitivo e non so bene le ore che mi spettano, specie quelle pomeridiane; quando firmerò il contratto saprò qualcosa di meglio).
Ora, detta così sembra una cosa facilissima e bellissima (?), in realtà ci sono stati vari ripensamenti dovuti al fatto che, in effetti, mentre i miei genitori la mattina lavorano e quindi in ogni caso non potrebbero tenermelo, tranne forse una mattina a settimana, i miei suoceri sarebbero tecnicamente disponibili. Qui al paesello al nido ci vanno solo i poveri bimbi tristi e privi di nonni, quindi la nostra sembrerà una decisione assurda (già mi immagino le voci). Il fatto è che:
1. in inverno i suoceri se ne vanno all'altro capo del mondo 2/3 mesi dall'altro figlio, quindi in ogni caso in quel periodo sarei scoperta, con conseguente cambiamento di equilibri per il pupo, che dovrebbe subire una nuova riorganizzazione;
2. avendo frequentato vari corsi pre e post parto, ho avuto modo di parlare con una psicologa e varie altre mamme, e mi sono convinta sempre di più che lasciare il bimbo troppe ore con i nonni non è il massimo della vita: ok, il nido costa e i nonni sono gratis, ma preferisco che mio figlio, che già è molto attivo e intraprendente di suo, frequenti altri bambini e faccia attività che lo lascino socializzare, piuttosto che cresca con soli adulti che lo viziano a go-go;
3. effettivamente, la vera ragione sta nel fatto che non voglio lasciare il pupo con mia suocera per troppe ore; è di indole invadente e finora se n'è stata nel suo perché ho sempre saputo arginarla, avendo io un bel caratterino ;-). Lasciarle il bambino tutti i giorni, però, significherebbe lasciarla spadroneggiare troppo, cosa che non posso accettare. Chiaramente, credo che non la prenderà benissimo, ma la mia decisione è questa. Il maritino in realtà avrebbe voluto rimandare il nido a gennaio, e fare alcuni mesi di transizione adesso, ma poi ha capito che io non sarei stata serena ed ha acconsentito ad iniziare subito a settembre.
Tra l'altro, in questo modo, riusciremo a fare una decina di giorni di inserimento, cioè, essendo ancora in ferie, potremo accompagnare noi il cucciolo i primi giorni e lo lasceremo solo due ore, in modo che si abitui all'idea. Mi sembra una buona cosa, ma a gennaio non riusciremmo perché il nido riapre il 7 e quindi entrambi lavoreremmo. 
Voi che dite? Vi sembra una scelta saggia? Il nido è formato famiglia, con solo 4-5-6 bimbi, quindi non affollato, con un'educatrice-mamma che si occupa di tutto e prepara da mangiare in casa, e con molta flessibilità: in pratica, se un pomeriggio dovessi avere bisogno, posso lascialo qualche ora in più senza problemi, e a fine mese vengono conteggiate le ore: più se ne fanno e meno si paga all'ora. Comodo è comodo, non c'è dubbio. Ma sarà la scelta giusta?! O_o

sabato 20 luglio 2013

Pancia a prova di due-pezzi dopo un figlio... si può!

È da un sacco di tempo che voglio scrivere questo post, ma come al solito tendo a procrastinare (di questi tempi, in realtà, avrei un post ben più importante da scrivere, ma sto cercando l'ispirazione).
Comunque, finalmente mi voglio mettere d'impegno, perché non sia mai che la mia sapienza rimanga celata ai più. :-D
Vi ricordate quando scrissi questo? Ero terrorizzata dall'idea di riempirmi la pancia di smagliature, visto che al quarto mese di gravidanza avevo notato che mi stavano comparendo delle "righette" rosate. Perciò ero corsa in profumeria in preda all'ansia e pronta a spendere qualsiasi cifra per porre un freno allo sfacelo. La commessa, carinissima, mi consigliò la crema intensiva antismagliature della Collistar, dicendomi che l'aveva usata anche lei e si era trovata soddisfatta. Mi disse anche di usarla mescolata all'olio di mandorle, che secondo me messo da solo è una gran palla, perché unge da far schifo e puzza pure un po'. Questa crema, invece, oltre ad essere bella fresca, si assorbe subito e non unge per niente, quindi anche per le sfaticate come me che non vogliono perdere tempo a spalmarsi è ottima. Devo dire che secondo me è stata miracolosa: la mettevo anche 3-4 volte al giorno, ma le righette rosate sono andate via e sulla mia pancia non è comparsa nemmeno l'ombra di una smagliatura... col risultato che quest'estate posso mettermi tranquillamente il due-pezzi senza farmi paranoie! Sottolineo che questo post non è una marchetta, sono una blogger troppo sfighy per essere contattata dalle aziende ;-), ma ci tenevo a scriverlo perché se qualche panzetta avesse bisogno di una dritta come è successo a me in quel periodo, potrebbe trovare qui un qualche genere di conforto!


PS: so che le smagliature sono anche una questione di predisposizione genetica, in ogni caso io non ne sono stata immune in passato (ho le famigerate smagliature all'inizio della coscia che vengono durante l'adolescenza), eppure la pancia è rimasta salva!

domenica 14 luglio 2013

Di consigli non richiesti e spaccapalle di professione

Ogni giorno, una giovane mamma si sveglia... e sa che deve correre più veloce dello spaccapalle di turno, che desidera ardentemente ammorbarla con le sue perle di saggezza.
Ebbene sì, c'è davvero gente che ti conosce appena e si permette domande al limite della violazione della privacy e sentenze basate su un qualche bagaglio di conoscenze arraffate su Novella 2000 o giù di lì. 
Di solito io non riesco proprio a camuffare un'espressione eloquente, più o meno paragonabile a un "Caxxi tuoi mai?"; è quello che ho fatto anche qualche giorno fa, incontrando un uomo - eh già, non pensate che siano solo le donne a fare le sapientone - con il quale ho un semplice rapporto di conoscenza. Ecco a voi l'interessante scenetta.


Le sei di sera, bel sole  (finalmente!!!), ariettina, Giorgio con il cappellino e biberon di acqua a portata di mano.
"Ciao, sei a passeggio?!"

"Sì eh!"
"Eh ma fa un po' troppo caldo adesso per essere a passeggio, DIGLIELO ALLA MAMMA!"
-.-'

Partiamo dal presupposto che il "DIGLIELO ALLA MAMMA" è da calcio in c--o diretto: oh bello, se vuoi dirmi qualcosa fallo rivolgendoti direttamente a me e guardandomi dritto negli occhi, non deviando le tue inutili osservazioni sul bambino e facendole rimbalzare a me. 
Non mi sono nemmeno fermata, ho fatto uno degli sguardi eloquenti di cui sopra e ho detto: "Beh, c'è un MINIMO  di caldo FINALMENTE! Vediamo di godercelo almeno quando capita!".
Oh supremo intelligentone, a che ora sarebbe opportuno portare a spasso il pargolo?!? Alle 7 di sera, quando deve mangiare e io devo preparare la cena? A mezzanotte, quando dorme da quasi tre ore?!?


Qualche tempo fa, invece, una signora ha tormentato me perché il mio pupo non aveva le scarpe, e poi una mia parente perché i suoi figli gemelli - orrore! - a 17 mesi non camminano ancora. Il dialogo si è svolto più o meno così:

Signora intelligentona: "Ciaaaooo! Ah, ma non hai le scarpine? Perché non hai le scarpine? Bisogna metterle le scarpine adesso eh!"
Io: "Non le vuole mettere, fa urla e strepiti, quindi lo lascio senza"
Signora intelligentona: "Eh però dovresti mettergliele, così magari cammina! Bisogna mettere le scarpine!"
Io: "Un giorno te lo porto così gliele metti tu, prova prova!"
Signora intelligentona: "Eh però è meglio metterle le scarpine!" -.-'
(NDR: allora il pupo non camminava, ha poi imparato a farlo senza aver bisogno delle scarpe, e adesso si è deciso a metterle perché evidentemente era pronto)
Ma la Signora intelligentona continua rivolgendosi alla mia parente: "E loro camminano?"
Lei: "No, non ancora"
Signora intelligentona: "Perché non camminano? Ma adesso dovrebbero già camminare!"
Lei: "..."
Signora intelligentona: "eh sì, sarebbe ora di camminare... perché non camminano?!?"
Voi capite che ogni commento qui sarebbe totalmente superfluo (se non dicendo qualcosa del tipo:"Tu perché parli senza collegare il cervello alla lingua? Perché? Eppure alla tua età lo dovresti già fare!!!").



Dai, raccontatemi qualche consiglio degno di nota che avete ricevuto anche voi... così, giusto per scambiarci un po' di somma sapienza!!! :-D

venerdì 28 giugno 2013

Vi racconto le mie ferie in solitaria (si fa per dire)

Prima o poi ce la farò ad aggiornare con costanza 'sto blog scalcinato, eh. Abbiate fede.
Per adesso, accontentatevi del resoconto delle mie ferie, che mi è venuta voglia di fare dopo aver letto questo bel post di 50 sfumature di mamma. Volevo fare stare tutto in un commento, ma visto che veniva troppo lungo eccomi qui.
Dunque dunque, partiamo dall'inizio: dopo che la pediatra mi ha ordinato perentoria: "Quest'estate mare mare MARE, ok?" per cercare di ovviare alle numerose bronchiti del pargolo, mi son presa l'enorme responsabilità di organizzare delle vacanze marittime già a giugno, periodo che la suddetta dott.sa ha definito ottimale. In pratica, ho deciso che sarei partita sabato 15 e rientrata domenica 23, in tempo per festeggiare il primo anno di vita del cucciolotto il 24 (ma questa è un'altra storia :-) ). Il maritino avrebbe fatto i 2 week end, mentre dal lunedì al venerdì sarei rimasta "sola", ovvero con il pupo. Tralascio il fatto che ho stabilito il tutto ad aprile, ma ho prenotato l'hotel la settimana prima di partire, solo dopo aver fatto l'esame. Che dire, data la scarsa organizzazione mi è andata decisamente bene. In primis, mi sono beccata gli unici 9 giorni di giugno caldi e soleggiati, e non è poco. Così ho potuto vestire Minutino il minimo indispensabile, e vi assicuro che con un bimbo come lui, allergico a vestizioni e svestizioni varie, non è roba da poco. Ma soprattutto, ho potuto contare su una bella rete di solidarietà femminile, cosa che si è rivelata importantissima. 
Premessa. Molti potrebbero dire: "Perché non ti sei portata una nonna?". Punto primo: sono molto indipendente e, pur avendo un bellissimo rapporto con mia mamma, le ferie mi piace farmele in pace (oddio, col pupo la locuzione "in pace" andrebbe abolita :-D); ci tenevo anche a provare a vedere se davvero sarei riuscita a cavarmela, anzi la cosa mi elettrizzava. In più non volevo imporre al maritino, nei 4 giorni in cui è stato con noi, la presenza della suocera, perché per quanto vadano d'accordo secondo me le vacanze insieme sono sempre un rischio. Tra l'altro, io in ferie con sua mamma non ci andrei mai :-D, quindi non vedo perché dovrei imporre a lui la stessa cosa! In ogni caso, i miei sono venuti a trovarmi nel pomeriggio del martedì fino alla sera del mercoledì, quindi una piccola mano me l'hanno data e siamo stati tutti contenti.
Tornando a noi, ho trovato in hotel (che era sulla riviera romagnola, direttamente sulla spiaggia e molto ben organizzato per i bimbi) un buon numero di "mamme single", ovvero senza marito al seguito, sole con i pargoli, quindi è scattata un po' di sana solidarietà che mi è piaciuta molto. Tipo che se mio figlio mi tormentava per uscire dal seggiolone* prima che mangiassi almeno un piatto in santa pace, capitava che qualche mammina mossa a compassione si portasse a spasso la mia zavorrina e mi lasciasse gustare le prelibatezze della casa. Tipo che dopo pranzo si beveva il caffè insieme e le figlie più grandi di una mamma mi "pascolavano" il pupo lasciandomi un quarto d'ora d'aria. Tipo che la sera si andava insieme in centro e ci si consolava reciprocamente per i figli che sfogavano il caldo della giornata urlando come pazzi e cercando di lanciarsi dal passeggino*.
Mi sono trovata davvero bene, anche perché questo non comportava l'eliminazione della reciproca autonomia: ognuna andava in stanza quando voleva, andava a mangiare quando voleva (e riusciva), decideva il proprio programma della giornata senza vincolarsi, però sapendo che poteva avere un po' di aiuto e compagnia. Al momento dei saluti quasi mi scappava la lacrimuccia!
Certo, non è che mi sia esattamente riposata, credo di essere stata sdraiata sul lettino mezz'ora in tutta la vacanza, però - diversamente da quando sono a casa - durante i sonnellini mattutini e pomeridiani del pupo ne approfittavo per sonnecchiare anch'io, o per leggere finalmente un libro non scolastico. Ho staccato la mente dall'università, dai miei alunni che negli ultimi mesi mi hanno succhiato il sangue (nonostante le molte soddisfazioni), da Internet e dalle persone moleste. Ci voleva!!
Ed è stato bello anche con il maritino, sia il primo week end, sia il suo arrivo a sorpresa il venerdì sera successivo... ritrovarsi e parlare la sera sul balcone mentre il piccolo si addormentava nel lettino in stanza...  quanta gioia nel sentirsi ancora super innamorati e COPPIA sebbene con un figlio!
Da parte sua, il pupo ha mangiato un sacco di sabbia con grande soddisfazione, è diventato una cosa sola con la sua paletta nuova fiammante, ha fatto qualche bagnetto in mare anche se con un po' di diffidenza, ha riso e giocato e urlato e... sì, ha mosso i suoi primi passi! :-)


*Da questi pochi elementi potete capire come mio figlio stia crescendo a mo' di selvaggio e sia intollerante a qualsiasi posizione che comporti l'essere legato. Questo vale anche per il seggiolino dell'auto e se qualcuna di voi ha suggerimenti per impedirgli di urlare come un'aquila e cercare di liberarsi strappando le cinghie mi farebbe un enorme favore! :-D