lunedì 21 marzo 2011

E tu, che lavoro fai?

Ecco, quando mi fanno 'sta domanda io tremo. Annaspo. Cerco un'ancora di salvezza. E di solito non la trovo.
Tento di calcolare in un nano-secondo il tipo di interlocutore che ho di fronte e di formulare quindi la risposta migliore. Il problema è che la definizione più concisa e figa sarebbe "il precettore privato". Ah ah. Zittirebbe molti, non tanto perché soddisfatti della spiegazione, quanto perché inebetiti e alla ricerca del significato della parola "precettore" nel proprio vocabolario personale. Finora non l'ho mai usata come risposta, eh. ;-) La tengo lì per le persone invadenti e con la puzza sotto il naso, giusto per destabilizzarle un po'.
Di solito arrossisco mentre spiego un po' affannosamente che do lezioni private a 10 ragazzi per una media di 4-5 ore al giorno, che nel mio ambito c'è crisi ma non demordo e ho vari progetti, che comunque sono contenta e bla bla bla. Già il fatto di arrossire mi manda mentalmente in bestia: la odio questa mia caratteristica, e odio anche il senso assurdo di vergogna che provo dovendo parlare di questo mio strano lavoro. Che poi non è così strano, solo che semplicemente pare non sia considerato tale dal 90 % delle persone. Eppure richiede tempo ed è retribuito, cioè possiede i due requisiti fondamentali per essere definito un lavoro, appunto.
E' un po' avvilente questa cosa. Un po' tanto. Che poi se ci penso, mi rendo conto che la mia vita sarebbe molto peggiore senza i miei alunni e che giorno dopo giorno ottengo soddisfazioni che con certi lavori ti sogni. Rientrando a casa, anche se sono le 8 di sera, di solito sorrido. Ed è la cosa più importante. Certo che non ho studiato per fare questo tutta la vita, ma è questo che ora la vita mi offre e mi va bene così. Però il fatto che gli altri lo considerino poco più che un hobby mi fa stare male. Sarà che dalle mie parti il lavoro è tutto per una persona - pure troppo - sarà che io mi faccio troppo condizionare dal giudizio altrui, sta di fatto che quando qualcuno mi pone la fatidica domanda mi rende di cattivo umore per alcune ore. Se non per giorni.
Odio sentirmi così. Odio dover prendere atto del fatto che non è poi servito a molto laurearmi  il più velocemente possibile e con il massimo dei voti. Mi rode un po' anche vedere che gente che si è sempre sbattuta il meno possibile ha avuto in poco tempo la classica "botta di c...".
Stanotte il mio sonno avrà un gusto amaro, già lo so.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

anche in questo ti capisco :) dopo la laurea, ho insegnato per otto mesi storia dell'arte in un istituto tecnico serale, uno dei lavori più belli che abbia mai fatto, ho ricordi splendidi e i miei ex alunni mi scrivono ancora su Facebook...eppure, quando lo dicevo agli altri sembrava quasi che non lavorassi veramente, solo perché non avevo un orario classico 9-17 seduta davanti a una scrivania. Valle a capire, a volte, le persone!

ImperfectWife ha detto...

Anche tu nottambula come me! ;-) Eh sì, in Italia la visione di ciò che è lavoro è molto limitata... Mesi fa stavo correggendo le bozze di un romanzo per una rivista, lo facevo da casa ma ci ho speso un sacco di ore; il cosiddetto telelavoro, per intenderci, ma quando ne parlavo con qualcuno rimaneva abbastanza perplesso.
Poi c'è da dire che sono io la prima a svalutarmi, quindi non posso pretendere troppo dagli altri! ;-)

Ale ha detto...

Ciao!
Ti scrivo perchè anche io spesso ho lo stesso problema!
Diciamo che io per tre giorni a settimana lavoro come insegnante di musica in una scuola privata, ma tutto il resto del tempo lo occupo con lezioni private di materie umanistiche e lingue.
Quando mi chiedono cosa faccio nella vita dico solo il lato scuole, ma è evidente che sia poco, e di solito la gente incalza dicendo ma a parte insegnare cosa fai? Come se tutto il resto mi grattassi !!
invece le lezioni richiedono energie per essere sempre all'erat agli errori e non è per nulla un lavoro facile, ma non chiedermi perchè per il 90% della gente non sia così...forse è ignoranza..non so..
Tu non svalutarti mai, a mie spese sto imparando che agli occhi degli altri si è ciò che si sente di essere, nel senso che trasmettiamo ciò che proviamo!
Baci, Ale

Satoko ha detto...

Mmmmm, quanto ti capisco!!! tra l'altro invece, le lezioni private sono 1)impegnative; 2)se si è fortunati, molto remunerative ^^
Io ne faccio pochine, ma se avessi tanti alunni come te la userei la risposta del precettore ;) e aggiungerei che sei molto ben pagata! ^^

Corie ha detto...

Le lezioni private sono un lavoro molto impegnativo: richiedono preparazione e pazienza oltre che una grande dose di autostima. Io avevo un alunno qualche tempo fa così ciuccio da farmi quasi tenerezza: era disarmante!!!
Ti auguro un domani di avre una bella classe da gestire!

Libraia Virtuale ha detto...

Come si fa a non capirti?
Anche a me capita la stessa cosa... prima perché mi ero sposata subito dopo la laurea, adesso perché ho avuto un figlio. Quello che infastidisce me, però, non è tanto la domanda in sè, ma quello molte persone sottintendono. Ti fanno capire che per loro se ti sei sposata prima di avere un lavoro fisso e sicuro sei una povera pazza: in questo modo ti fai mantenere dal marito e rinunci alla tua dignità. Ma chi l'ha detto?
Sarebbe così bello se la gente si facesse i fatti propri!

bebe ~ Pazzi in Libreria ha detto...

ti capisco... anch'io laureata in Lettere col massimo dei voti, sono commessa part-time in libreria e stagista in casa editrice... facevo anch'io le ripetizioni ma ora ho smesso... dai, incrociamo le dita che questa crisi passerà! :)

Anonimo ha detto...

dopo la laurea sarò più che felice se per lo meno riuscirò a dare ripetizioni private...è un bel lavoro. non devi sentirti a disagio.

ImperfectWife ha detto...

Grazie a tutte ragazze, i vostri commenti mi hanno decisamente risollevato il morale!!
@Ale: chi insegna, privatamente o meno, è troppo spesso considerato “uno che si gratta”. Uniamoci per diffondere l’idea che non è esattamente così!! :-)
@Satoko: con le persone particolarmente fastidiose sottolineo sempre di avere un’ottima paga, giusto per mettere in chiaro che non ho bisogno di niente da nessuno! ;-)
@Libraia Virtuale: già, se fai un lavoro un po' diverso dal solito sei una mantenuta, mentre invece è probabile che ti sbatti il doppio degli altri... Per fortuna però non la pensano proprio tutti così dai!
@Bebe: solidarietà! :-)
@Corie e Iltempoperso: GRAZIE!! Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

La tua frase sullo svalutarsi mi ha fatto pensare...perché sono così anche io, e il mio compagno me lo fa sempre notare! Mi sono resa conto che da quando inizio a presentare agli altri ciò che faccio con fierezza e con l'importanza che merita, le reazioni stupite o perplesse sono quasi scomparse...è proprio vero che siamo noi i primi critici di noi stessi! Forse, se la prossima volta tu per prima descriverai la tua bellissima professione enfatizzandone i (molti) lati positivi e le soddisfazioni che ti dà, la reazione sarà quasi di invidia...:)

Kisal ha detto...

Brava Maddalena!! è proprio questo il segreto... amare per primi noi stessi e ciò che facciamo. Anche auto-imponendosi la cosa, inizialmente, poi tutto viene da se pian piano e ci si rende conto che anche il proprio impiego è come qualsiasi altro lavoro. Se svolto con impegno e concentrazione! Che c'entra se non "appare" come tutti gli altri lavori classici???
Come dici tu, Occupa tempo e ha una retribuzione. Semplicemente hai scelto di fare gavetta e muovere le mani anche se non hai altre possibilità al momento!! Cavolo, chiamati pure scema (se lo fai, ti vengo a rincorrere con un mestolo di legno U_U).............
Un abbraccione :D
Il lavoro mi ruba tutto il tempo, ma leggo leggo leggo e commento quando posso!
In bocca al lupo!

ImperfectWife ha detto...

Grazie ragazze!!
Sì, è proprio vero, le volte in cui inizio a raccontare per bene e lascio parlare in primis l'entusiasmo per quello che faccio le reazioni altrui cambiano totalmente...
Kisal, la prossima volta che metto un post deprimente ti autorizzo a passare alle maniere forti!! :-D

Cristina ha detto...

Eccomi ci sono anch'io!!! Io ho lavorato per dieci anni nella segreteria di Forza Italia prima della provincia di Udine e poi, dal 2006, della regione (poi è diventato PDL e...arrivederci e grazie). Ero resposnabile dell'ufficio non dal punto di vista della politica, ma da quello "tecnico", ossia mi occupavo di organizzare tutto dalla segreteria, all'amministrazione agli eventi, alla documentazione, all'archivio. Era un lavoro complesso, vario e molto interessante. Poi è finito e ora quando mi presento, quando dico dove ho lavorato colgo uno sguardo strano in chi mi sta difronte, in genere accompagnato da un e ora? Cosa potrai mai fare? L'apoteosi è stata un impegato dell'INPS al quale ho chiesto la mia situazione contributiva e che si è messo...a ridere.. sono diventata di tutti i colori..Insomma è una lunga storia e non vado oltre.. Tutto questo per dirti con la mia solita prolissitudine che ti capisco, che anch'io arrossisco, ma che visto che lavori e lavori tanto devi esserne orgogliosa. Sperare sempre in meglio, ma davanti agli altri dimostrare quanto vali..E vi prego non mettetevi a ridere anche voi della mia ex carriera :))

Kisal ha detto...

Bah... Cris. Ridere dell'ex carriera di qualcuno... io, sinceramente, un lavoro come il tuo - duraturo, ben svolto, soddisfacente - me lo auguro di cuore. Alla faccia di chi crede di essere meglio solo perché fa un lavoro comune o che è riconosciuto come tale dalla gente comune...
Non parliamo di lavoro, va :D che mi viene l'orticaria a me...

ImperfectWife ha detto...

Kisal ha ragione Cristina... Non c'è assolutamente da ridere, hai fatto un bel lavoro per 10 anni e adesso sono sicura che troverai anche di meglio! :-)