Vi è mai capitato di guardare un film e di immergervi a tal punto da utilizzarlo per ripensare a un sacco di aspetti, passati-presenti-futuri, della vostra vita e della vostra società? A me sì, ieri sera. Su Canale 5 davano Australia. Non avevo mai avuto occasione di vederlo, né mi premeva farlo, però c'era ben poco altro di interessante in TV. Dopo l'inizio in cui ho faticato a star dietro alla trama, mi sono lasciata prendere sempre di più. E ho cominciato ad agganciare riflessioni su riflessioni. Come "Ma non è possibile che l'uomo voglia davvero fare la guerra, che possa anche solo lontanamente ritenerla vantaggiosa". Non è un pensiero buonista. Anch'io rido quando le aspiranti modelle dicono che il loro massimo desiderio è la pace nel mondo. Ma vaff. va.
La mia era una considerazione che scaturiva dalle immagini del film e davvero ci pensavo ed ero sbigottita, non riuscivo a trovare nemmeno mezza motivazione valida: già al mondo le tragiche fatalità succedono, andarsele a cercare mi sembrava (e mi sembra, eh)totalmente assurdo. La cosa particolare è che la sentivo espodermi dentro tutta questa assurdità, come se fosse impossibile anche solo immaginare un punto di vista diverso.
Ho ricordato la mia infanzia, i momenti belli e quelli brutti, e poi quanto i miei genitori siano stati e siano tuttora importanti per me. Ho sentito dentro tutto quell'amore che provo per loro e che a volte rimane sepolto sotto la marea di cose da fare. Mi sono sentita in colpa per quando liquido velocemente mia madre al telefono. E per quando rispondo male a mia suocera. Per quando lascio prevalere la fretta.
Ho rivissuto gli inizi del mio amore con il maritino, i primi baci e tutte quelle emozioni frizzanti tipiche dell'innamoramento. Adesso il nostro è un sentimento decisamente più maturo e profondo, ma il fascino dei primi tempi non si dimentica.
Ho empatizzato con i nativi, che si sono visti strappare la terra e la cultura, che non potevano entrare nei locali dei bianchi. E' una cosa straziante, se ci si pensa. E' riaffiorato in me il dolore di certe esclusioni, sia subìte sia attuate.
Insomma, ho fatto una full immersion di emozioni che mi ha visto - come sempre in questi casi - versare un mare di lacrime. Proprio di gusto. Questa funzione catartica dei film e dei libri mi ha sempre affascinato. Giuro che quando sono andata a dormire ero uno straccio, anche se sapevo che tutto quel riflettere era stato solo positivo. Stamattina ho ancora le guance un po' rosse. ;-)
Bene, dopo questo post un po' inutile, voglio concludere con una frase tratta dal film (echevvvelodicoafffare) e che - come sempre anche in questi casi - ho raccolto come un altro degli inviti subliminali, dei segnali che tutto ciò che ho intorno mi dà per spingermi a coltivare i miei sogni:
"Una cosa io so. Raccontare storie è la cosa più importante di tutte. E' così che le persone restano dentro di te. Per sempre".
Ditemi: è o non è stupenda?!
3 commenti:
E' vero. E' stupenda. Non ho visto Australia, ma considerazioni simili, nonchè copiose lacrime sono state causate da svariati film in cui si comprendeva la più assoluta, totale, tragica inutilità delle guerre. Tra i tanti mi è tornato alla mente L'amore è una cosa meravigliosa un vecchio film con una straordinaria Jennifer Jones. E' tratto dall'omonimo romanzo di Han Suyin che scoprii nella libreria di una mia parente e che lessi d'un fiato e da cui mi lasciai prendere come se fosse stato il racconto di un'amica..
Dunque il film è bello? io non ho resistito, ho spento dopo 5 minuti...e sono andata a leggere il mio Larrsson ;) La frase è bella però!
Sì, secondo me è bellissimo!! Anch'io all'inizio ero un po' perplessa, ma poi mi sono lasciata coinvolgere e devo dire che sono proprio soddisfatta!! :-)
Cri...Non ho visto il film che dici, ma vedrò di rimediare!! ;-) Credo sia il mio genere!
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